Ilva, fandonie sui conti e l’ambiente. E sulla nuova privatizzazione.

<<“Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto”, in merito all’occupazione e al rilancio industriale. “In questi anni la produzione si è progressivamente ridotta in spregio agli accordi sottoscritti”. Peggio, “è stata mantenuta bassa lasciando campo libero ad altri attori stranieri”. Chissà se la manager Lucia Morselli, posta a capo di Acciaierie d’Italia dalla multinazionale ArcelorMittal, querelerà pure lui, il ministro Adolfo Urso, dopo l’informativa al Senato con cui ha dato il benservito al gestore straniero degli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure. Parole sferzanti, inequivocabili, tali da confutare il mucchio di fandonie sui conti riportati in pareggio, sugli impianti rinnovati, sui dipendenti in sicurezza e la scomparsa delle emissioni nocive che negli anni scorsi venivano raccontate da questo giornale e pochi altri. Ora che il governo fa sue queste verità, compresa l’accusa a Mittal di aver mantenuto il controllo sulla più grande fabbrica italiana solo per sbarrare la strada ai concorrenti, resta da chiedersi: perché ci avete messo tanto? Non sono troppi 15 mesi per denunciare la disastrosa situazione ereditata – è vero – dai governi precedenti?>>. Continua a leggere il commento di Gad Lerner. Ora si passa ad una specie di ri-nazionalizzazione, ovvero ri-privatizzazione coi soldi dello Stato.