Fuori dal coro unanime ed entusiastico della politica ipocrita e vassalla, non è piaciuto (neanche a noi) il discorso di fine d’anno di Mattarella, per il quale abbiamo ricevuto la prima nomination d’inizio anno per il Premio Attila. L’omaggiato e quasi santificato Presidente ha condannato il terrorismo di Hamas che ha comportato un’operazione militare che ha fatto anche vittime civili. Ha denunciato le guerre e la violenza come mali dell’umanità. Ha auspicato un anno di pace. Non si è udita una sola parola di condanna dello sterminio degli innocenti a Gaza e la richiesta di un cessate il fuoco immediato e duraturo. Men che meno la parola genocidio.