Premio Nobel per la Pace all’attivista iraniana Narges Mohammadi.

Vice presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani imprigionata dalle autorità iraniane dal maggio 2016, Mohammadi è ancora in prigione. Il comitato afferma che ha ricevuto il premio per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per i suoi sforzi nella promozione dei diritti umani e della libertà per tutti.

Il comitato per il Nobel ha affermato che “la coraggiosa lotta di Narges Mohammadi ha comportato enormi costi personali. Il regime iraniano l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte e condannata a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate”. Mohammadi è ancora detenute nel famigerato carcere di Evin e il comitato ha espresso l’auspicio che l’Iran rilasci l’attivista. 

Una sentenza che fa un balzo indietro verso la Rupe Tarpea.

Accertato che il bambino veniva mandato in bagno senza scarpe, trattenuto in bagno per un periodo sproporzionato, che gli veniva rifiutata la merenda, che era costretto in corridoio a raccogliere il giubbotto caduto in terra nonostante non vi riuscisse, umiliato davanti alla classe rovesciando l’acqua della sua bottiglietta per insegnargli l’importanza del bere, ricevendo di frequente in risposta ai suoi bisogni un secco «ti arrangi!; accertato tutto ciò la  Corte d’Appello di Torino non ritiene sussista il reato di maltrattamento aggravato, già accertato in un primo grado di giudizio, in quanto l’eventuale ingiuriosità delle frasi rivolte ad un ragazzo autistico in classe non avrebbe potuto essere percepita dal ragazzo stesso, non essendo egli in grado di comprenderne il disvalore educativo e giuridico… (continua…)

Delitto perfetto.

298 ricoveri di bambini per patologie respiratorie tra gennaio 2005 e dicembre 2010, 2.161 ricoveri di adulti per malattie cardiovascolari e respiratorie tra gennaio 2005 e dicembre 2010, 657 morti per malattie cardiovascolari e respiratorie da gennaio 2000 a dicembre 2007. Eccesso di mortalità? No, “il fatto non sussiste”: assoluzione piena a Savona per tutti gli imputati al processo Tirreno Power di Vado Ligure. Nel 2015, sul libro “Ambiente Delitto Perfetto”, di Barbara Tartaglione e Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia, “a sostegno della tesi che non esiste una via giudiziaria all’ambiente salubre, supplente delle lotto popolari dentro e fuori le fabbriche di morte” con anticipo comprendemmo proprio Tirreno Power nella vasta casistica processuale penale italiana. Non ci eravamo illusi che la stessa magistratura nel marzo 2014 avesse disposto il sequestro dei gruppi a carbone della centrale ritenuto “indispensabile per interrompere la condotta criminosa attraverso la cessazione dell’attività dei gruppi a carbone VL3 e VL4”.     

Rischi del glifosato per le donne incinte.

Denuncia penale contro la Bayer per aver nascosto i rischi del glifosato per le donne incinte e i neonati: in un esposto presentato  alla Procura di Vienna, GLOBAL 2000 e altre organizzazioni membri della European Pesticide Action Network ( tra cui l’italiana ISDE, Associazione Medici per l’Ambiente) hanno rivelato che il consorzio guidato da Bayer – prima Monsanto – non ha presentato studi e/o dati sfavorevoli sugli effetti cancerogeni e neurotossici del glifosato nella domanda di riapprovazione del glifosato. Clicca qui.

Pfas prima causa di morte tra le malattie cardiovascolari.

Rappresentano una calamità sanitaria mondiale ampiamente conosciuta dalla comunità scientifica internazionale i Pfas, o acidi perfluoroacrilici, utilizzati in una vastissima gamma di prodotti, dai tessuti tecnici  alle padelle antiaderenti ai tappeti alla carta ai rivestimenti per contenitori di alimenti ai cosmetici ai sanitari ecc., rendendoli resistenti ai grassi e all’acqua, per la loro persistenza nell’ambiente e la loro capacità di accumularsi negli organismi viventi, inclusi gli esseri umani, in particolari organi (fegato, scheletro, sangue), permanenti anche per un decennio, forever chemical.  Fra i capi di imputazione: aspetti materno-fetali (poli-abortività, basso peso alla nascita, nati pre-termine, endometriosi), fertilità maschile e femminile, ipercolesterolemia e diabete, osteoporosi, tireopatie, alterazioni cardio-e cerebro-vascolari, riduzione della risposta immunitaria e alterazioni nervose, tumori.

Si stimano più di duemila aree in Europa nelle quali la concentrazione ambientale di PFAS supera i livelli considerati di sicurezza per la salute umana. Va evidenziato che queste manifestazioni sono particolarmente evidenti nelle zone esposte a importante inquinamento industriale da Pfas -eclatanti Solvay di Alessandria e Miteni di Vicenza- ma è interessante considerare che anche i bassi livelli di queste sostanze riscontrabili nella popolazione generale possono costituire un fattore di rischio. Dunque vanno messe al bando.

Si inserisce nella sterminata letteratura scientifica (Pubblicato sulla rivista internazionale “Toxicology Reports) il nuovo studio firmato da Carlo Foresta, già professore di Endocrinologia all’Università di Padova e presidente della Fondazione Foresta Onlus, con Alberto Ferlinordinario di endocrinologia, e Nicola Ferri, ordinario di farmacologia, condotto con Luca De Toni e Andrea Di Nisio del dipartimento di Medicina,  che ha confermato che nelle aree contaminate da Pfas, la percentuale di individui con alti livelli di colesterolo nel sangue è più del doppio rispetto alla popolazione generale di controllo (il 57% contro il 22%).  Questo dato è particolarmente allarmante, poiché elevati livelli di colesterolo sono associati a un aumento del rischio di malattie cardiache, compreso l’infarto.

In particolare, lo studio ha evidenziato il meccanismo attraverso il quale questi composti interferiscono con il processo di assorbimento cellulare del colesterolo dal sangue: interagiscono con le membrane delle cellule del fegato e ostacolano l’assorbimento normale del colesterolo, causando un aumento dei livelli circolanti. Una delle scoperte chiave dello studio è che l’effetto nocivo dei Pfas sul colesterolo è dovuto a una ridotta plasticità delle membrane cellulari: questo compromette la capacità delle cellule di funzionare correttamente nei meccanismi di assorbimento del colesterolo. In sintesi, i Pfas creano un ambiente cellulare sfavorevole che contribuisce all’aumento del colesterolo nel sangue, causando disfunzioni epatiche cellulari, portando all’ipercolesterolemia: il principale fattore di rischio per le cardiopatie ischemiche, prima causa di morte tra le malattie cardiovascolari, davanti a fumo di sigaretta, diabete, ipertensione e obesità.

Finalmente gli allarmi internazionali, che per inchiodare amministratori locali e governi alle loro enormi responsabilità, da almeno venti anni divulghiamo sul nostro Sito e raccogliamo nel nostro dossier “Pfas. Basta!” (disponibile a che ne fa richiesta), finalmente stanno trovando sempre più spazio sugli organi di informazione. Di recente: 

https://www.microbiologiaitalia.it/salute/pfas-e-colesterolo/ 

Padova. Pfas, sale il rischio di infarto. La ricerca: «Le sostanze restano fino a 10 anni nell …  

Veleno Pfas: lo studio che inchioda i perfluorati – L’Identità

PFAS e colesterolo, il rischio di infarto aumenta nelle zone inquinate – insalutenews.it

Pfas, scoperto perchè nelle aree inquinate aumenta il rischio d’infarto – Fortune Italia

Nuove accuse per i Pfas: aumentano il colesterolo in circolo e il rischio di infarto

I PFAS possono favorire alti livelli di colesterolo nel sangue. Lo studio – TeleAmbiente

PFAS collegati all’aumento di malattie cardiovascolari – Zazoom

https://www.veronasera.it/attualita/inquinamento-pfas-correlazione-colesterolo-27-settembre-2023.html

https://www.ilgiornale.it/news/benessere/pfas-e-fenoli-cosa-sono-e-i-rischi-salute-2215791.html

https://www.adnkronos.com/cronaca/pfas-inquinanti-in-oggetti-aumentano-colesterolo-piu-rischi-infarto_1qWJtRDnlB6sqW6tdxK5K3

https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/forte-associazione-tra-pfas-e-cancro-nelle-donne-nuovo-studio-preoccupa-gli-esperti/

https://www.huffingtonpost.it/esteri/2023/09/14/news/il_bisfenolo_a_e_un_rischio_per_milioni_di_persone_lallarme_dellagenzia_ue_per_lambiente-13348294/

Ci sono alternative agli Pfas?

Sì, possono essere messi al bando. Come già avvenne per l’amianto. Sì, è possibile realizzare prodotti funzionali per esterni con idrorepellenza e sporco senza PFAS. Alcune aziende l’hanno già fatto. Esempio, Ecoshield è un rivestimento antiaderente per padelle senza Teflon. Esempio, VAUDE (attrezzatura e abbigliamento outdoor) ha eliminato l’uso di PFAS in tutti i suoi prodotti a partire dal 2021, dopo aver firmato nel 2016 il Greenpeace Detox Commitment. Esempio, Novamont pubblicizza: i nostri prodotti (compostabili) in Mater-Bi sono Pfas-free. Esempio, entro il 2023, il 92% del volume dei materiali della famosa Patagonia con sostanze chimiche idrorepellenti sarà prodotto senza Pfas. Esempio, Lobocosmetica. Esempio, BIOPAP. Esempio, BioPac. Eccetera.

Ma non può bastare che ci mettiamo tutti alla ricerca delle etichette Pfas Free. O che riduciamo il consumo di alimenti contenuti in imballaggi di plastica, carta, cartone e fibre vegetali. O che evitiamo di riscaldare nel forno a microonde una serie di alimenti, come i popcorn. O che controlliamo la provenienza del pesce, specie se di acqua dolce. O che riduciamo al minimo indispensabile l’uso di contenitori di plastica per conservare il cibo in frigorifero, sostituendoli con il vetro con chiusure ermetiche. O che scegliamo solo alimenti freschi. O che la Regione prometta depuratori “Pfas free” nella zona rossa di Vicenza.  O che dal 2023 siano in vigore i limiti CEE alla presenza dei pericolosi contaminanti PFAS su carne, pesce, uova e altri alimenti di origine animale. O che aspettiamo che l’Istituto Mario Negri concluda una piattaforma di sostituzione dei Pfas.

E’, invece, subito necessario il bando di produzione e consumo Pfas: come prevede il Disegno di Legge “Crucioli”. E’, invece, necessaria la fermata delle produzioni della Solvay di Spinetta Marengo. Ma, nel braccio di ferro tra chi, come noi, lotta per il bando e le lobby industriali, come Solvay, vinceremo noi ma quando?  quante le Vittime?