Economia di guerra.

Senza conflitti di interessi. Quel che un tempo si chiamava “complesso militare-industriale” e che ora possiamo chiamare semplicemente “economia di guerra” emerge con tutta la sua potenza nella politica odierna. E si rende visibile non più soltanto secondo modalità di infiltrazione o condizionamento occulto, ma si presenta ormai alla luce del sole, senza più infingimenti da centro-sinistra, quale fondamento strutturale delle decisioni e delle visioni politiche ed economiche dello Stato. (clicca qui).

Una lista nonviolenta alle europee del 2024.

Una lista nonviolenta per la pace che proponga come obiettivo fondamentale la cessazione della guerra e di ogni politica di guerra; e che quindi proponga il disarmo, la smilitarizzazione, la difesa popolare nonviolenta, i corpi civili di pace, il ripudio della violenza, il riconoscimento e la difesa integrale dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la protezione e l’accudimento dell’intero mondo vivente. (clicca qui).

Le nostre complicità con i crimini di guerra.

Su PeaceLink è ora disponibile un rapporto ONU sull’Ucraina (clicca qui).

Un rapporto su cui è sceso un velo di silenzio perché documenta cose scomode e sgradite. Perché non se ne parla? Non se ne parla perché documenta la violazione dei diritti umani da parte delle autorità politico-militari ucraine. E’ un’indagine minuziosa svolta dall’ONU in Ucraina. L’ONU esprime preoccupazione su varie questioni, fra cui anche “torture, maltrattamenti e violenze sessuali”.

Recentemente PeaceLink ha pubblicato un rapporto su analogo argomento che metteva sotto accusa la Russia. (clicca qui).

Sono solo bombette.

Le bombe a grappolo” sono  ordigni progettati per azionarsi quando sono ancora in quota, dopo essere stati sganciati da un aereo o lanciati da sistemi d’artiglieria, e rilasciare nell’area centinaia di piccole bombe che colpiranno indiscriminatamente un’area più o meno ampia di territorio, mutilando uomini, donne e  bambini. 111 Paesi hanno ratificato nel 2008  la Convenzione  che ne vieta “qualsiasi uso, stoccaggio, produzione e trasferimento”. Invece le grandi potenze mondiali, comprese Russia e Stati Uniti, oltre all’Ucraina, non hanno mai messo la loro firma sul documento. Zelensky, dopo aver definito l’uso presunto da parte della Russia  delle bombe a grappolo un “crimine di guerra” o “atto terroristico”,  ora  ha chiesto e si appresta ad ottenere da Washington questo tipo di armamenti. Resta da capire quale sarà la reazione degli alleati occidentale, compresa l’Italia, che hanno firmato la Convenzione. Di fortissima condanna?

Sulla scia del pensiero di Alex Langer.

Sin dagli anni ottanta il Centro di Educazione alla Pace di Rovereto ha portato avanti una fondamentale attività per la diffusione di una cultura di pace e nonviolenza attraverso iniziative innovative che hanno fatto scuola in tutta Italia. Il tutto nel segno di una figura storica del mondo dell’attivismo trentino, italiano e internazionale di cui è appena ricorso il 28esimo anniversario della scomparsa: Alex Langer. Clicca qui.

Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

Anniversario del Trattato TPNW: l’Italia agisca concretamente per il disarmo nucleare.

Il 7 luglio è ormai da alcuni anni una data importante per le campagne a favore del disarmo nucleare: è in questa giornata (a due giorni dall’anniversario del Manifesto Russell-Einsteinche si ricorda l’adozione da parte di 122 Paesi del testo elaborato in ambito ONU del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW)Clicca qui.

La resistenza del popolo palestinese.

Jenin è un microcosmo per l’intera esperienza palestinese di espropriazione, esilio, perdita e resistenza.

Le forze di difesa israeliane hanno attaccato il campo profughi di Jenin nei Territori occupati della Cisgiordania. L’assalto è iniziato con missili da crociera e attacchi aerei, è continuato con droni, carri armati, gas lacrimogeni e unità di cecchini ed è finito con incendi e bulldozer che hanno demolito case e attività commerciali palestinesi. Benjamin Netanyahu ha etichettato l’attacco a una delle aree più indifese e impoverite del mondo come una “operazione speciale”, un raid mirato contro presunti terroristi. Dopo che i carri armati israeliani sono usciti da Jenin, gli Stati Uniti hanno annunciato la vendita di 25 F-35 a Israele, in un accordo finanziato dal Pentagono.

Clicca qui Jeffrey St. Clair  l’editore di CounterPunch. Il suo libro più recente è An Orgy of Thieves: Neoliberalism and Its Discontents (con Alexander Cockburn).

Mobilitazione europea contro la guerra.

Appello per il cessate il fuoco e l’inizio di negoziati sottoscritto collettivamente da associazioni e organizzazioni diverse (socio-politico-sindacali) e individualmente da persone. Clicca qui.

Volute sempre dai governi, non dai popoli, le guerre non dovrebbero  nemmeno mai cominciare: nessuna guerra, in nessuna parte del mondo. è del popolo – dei sinceri rappresentanti dei popoli – il compito e la responsabilità di dire “basta!”, ovunque e per sempre.                                                                       

La guerra Russia-Ucraina (NATO e USA contro Russia e Cina) deve cessare immediatamente. Per chiedere e ottenere che questo avvenga, occorre subito (a fronte dei rischi sempre più grandi di conflitto nucleare, delle enormi perdite di vite umane e delle gravi ripercussioni sociali ed economiche) una grande manifestazione europea, unitaria, concordata e corale: tutto il popolo europeo è chiamato a manifestare contemporaneamente in tutte le capitali.    

Uno sciopero generale sarebbe necessario per gridare che l’Europa tutta si ferma per far finire (e finché non sarà finita) quest’ennesima immane tragedia. Se la proposta, l’idea forte dello sciopero generale risultasse irrealizzabile, si deve garantire l’individuazione di una giornata significativa e simbolica in cui convocare -in una stessa data da individuare – grandi manifestazioni di piazza per l’immediato cessate il fuoco e, contestualmente, per l’inizio di negoziati.

Raggiunto un certo numero di adesioni, si deciderà una data (es.: 6/9 agosto-Hiroshima e Nagasaki) significativa e si inviterà il popolo europeo a tenere manifestazioni in contemporanea in tutte le capitali d’Europa e in tutte le realtà anche minori in cui si riuscirà a organizzare dimostrazioni contro guerra/guerre. 

Porto Marghera – Inganno letale.

Film documentario del 2002, regia di Paolo Bonaldi, recentemente scomparso. Film importantissimo ed utilissimo perché è servito a far conoscere in Italia e all’estero la realtà dei fatti e le lotte dei lavoratori e degli ambientalisti in difesa della salute e dell’ambiente.

Film d’inchiesta per raccontare la vicenda del maxiprocesso Petrolchimico di Porto Marghera per la strage di lavoratori addetti ai cicli di lavorazione del CVM e PVC e il disastro ambientale causato nei decenni dal Petrolchimico. Il film imperniato principalmente nel racconto della vita e del lavoro di denuncia di Gabriele Bortolozzo ma ricostruisce attraverso filmati d’epoca e testimonianze di lavoratori del petrolchimico, parenti delle vittime, ambientalisti, la storia e come si è arrivati al processo.

 Nella Mostra del Cinema di Venezia del 2002, il film è stato presentato fuori concorso nella sezione “Nuovi Territori”. Nessuna televisione italiana ha voluto trasmetterlo grazie alle pressioni delle multinazionali della chimica e dei politici a loro servizio. In compenso è passato in molte altre tv europee (Spagna, Germania, Svizzera). In moltissime città italiane è stato proiettato in dibattiti ed iniziative pubbliche organizzate da associazioni preoccupate dalla presenza di industrie chimiche. E’ stato proiettato anche in diverse rassegne cinematografiche indipendenti e ha ricevuto diverse attestazioni e premi.

Questa attività ha servito moltissimo a preparare i successivi ricorsi e le successive fasi del processo che hanno ribaltato la sentenza di primo grado per arrivare alla condanna di diversi imputati molti anni dopo con le sentenze del 15 dicembre 2004 (Appello), 20 maggio 2006(Cassazione) e la conferma finale con la sentenza della Corte di Appello il 5 maggio 2012.

Su youtube si può vedere il film che è pero diviso in 6 parti caricato 13 anni fa da Lino Balza

Per vedere la prima parte di 9 minuti cliccare sul link https://www.youtube.com/watch?v=dIGG60lq7l4

seconda parte https://www.youtube.com/watch?v=7SNmXx_B-F4

terza parte https://www.youtube.com/watch?v=wI30VraZ2Uw

quarta parte https://www.youtube.com/watch?v=LWdPCkeOyFM

quinta parte https://www.youtube.com/watch?v=NxVMCtCGoJ4

sesta parte https://www.youtube.com/watch?v=8EV1ywNxq8U

Basta Pfas: conferenza 6 luglio a Torino.

Il Dossier del Movimento di Lotta per la salute Maccacaro

Pfas e decrescita felice. La class action contro Solvay.

GIOVEDI’ 6 LUGLIO ORE 20,30

CIRCOLO VALPIANA VIA LE CHIUSE 14 TORINO

PFAS, calamità mondiale, un rischio invisibile per la nostra salute.

Relazioni di

Vincenzo Cordiano, pres. ISDE Medici per l’ambiente Veneto:

“Minaccia eterna alla biodiversità planetaria. Emergenza sanitaria in Italia per questi killer indistruttibili” 

Vittorio Spallasso, avvocato:

“La tutela legale delle Vittime del disastro ecosanitario di Spinetta Marengo”

Maurizio Pallante, presidente Sostenibilità Equità Solidarietà:

“L’assurdità di un’economia fondata sulla crescita della produzione di merci: che non crea sviluppo del benessere, anzi la distruzione dell’ecosistema” 

Coordina Lino Balza – Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Segue dibattito.

Introduce e modera Andrea Bulgarelli, coordinatore del Gruppo di Lavoro su Ambiente, salute e sicurezza del lavoro del CIVG

Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia

“La Regione ha bloccato indagine epidemiologica sui Pfas”.

L’accusa non è rivolta al Piemonte, che l’indagine neppure l’ha mai avviata!! ma alla Regione Veneto, che si vanta (Zaia) di una efficienza sanitaria impeccabile.  Al processo di Vicenza contro Miteni, l’ha dimostrata, documenti alla mano, Pietro Comba, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia ambientale dell’Istituto Superiore di Sanità, nonché consulente dei pubblici ministeri vicentini.

Nel 2016, l’ISS attese invano dalla Regione (complice il Ministero della Sanità) il co-finanziamento per un’indagine epidemiologica della durata di tre anni sulla popolazione delle aree colpite del Veneto (Vicenza, Verona, Padova) per monitorare le condizioni sanitarie degli abitanti (in termini epidemiologici) e per cercare eventuali correlazioni (retrospettive) tra l’assunzione dei Pfas e l’insorgere di patologie gravi come i tumori.

Ma che cavolo di Pfas ha questo cavolo.

Un nuovo rapporto di Alliance for Natural Health rileva che contiene alti livelli di Pfas la maggior parte dei campioni (7 su 8) di cavolo americano, convenzionali e biologici, acquistati nei mercati alimentari (Stop & Shop, Whole Foods, Weis e Publix) di tutto il paese. E’ la conferma degli studi precedenti che hanno trovato gli PFAS nelle verdure non solo coltivate vicino ad impianti di produzione o nei campi in cui i fanghi di depurazione sono stati depositati come alternativa ai fertilizzanti.

 Secondo Environmental Protection Agency EPA, praticamente nessuna quantità di esposizione di PFAS nell’acqua potabile è sicura.

L’ONU accusa Biden: “Guantanamo deve chiudere”

“Il trattamento è crudele, disumano e degradante”. Dopo richieste cadute nel vuoto per decenni da parte di esperti indipendenti dei diritti umani dell’Onu, la commissaria speciale per i diritti dell’uomo e la lotta al terrorismo delle Nazioni Unite, Fionnuala Ni Aolain, è stata autorizzata a visitare la struttura sull’isola di Cuba. “La chiusura” di Guantanamo “resta una priorità”, si afferma nel suo  rapporto sul centro di detenzione statunitense di Guantánamo Bay.

Pochissime delle persone entrate a Guantánamo sono state incriminate e nessuna ha affrontato un processo equo. Il tempo è abbondantemente scaduto: si chiuda quella prigione, si chiamino a rispondere le autorità statunitense e si forniscano riparazioni ai detenuti che hanno subito maltrattamenti e torture”, ha aggiunto Callamard.

“Persiste una sconvolgente impossibilità di accedere alla giustizia per chi è stato a Guantánamo e chi vi si trova ancora. Molti di loro hanno necessità di cure mediche a causa dei trattamenti subiti”, ha proseguito Callamard.

“Le commissioni militari create per processare i detenuti di Guantánamo, compresi i presunti organizzatori e collaboratori degli attacchi dell’11 settembre, sono state un fallimento completo anche dal punto di vista del diritto alla giustizia dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime di quegli attentati”, ha sottolineato Callamard.

“Amnesty International rivolge il suo plauso alla relatrice speciale per aver condotto la sua visita tecnica, la prima di questo genere di un relatore delle Nazioni Unite”, ha concluso Callamard.

  Fima qui l’appello di Amnesty International per chiudere Guantanamo

Nel silenzio generale la repressione dei Palestinesi.

Proseguono nel silenzio generale dei media mainstream le uccisioni sommarie di centinaia di civili palestinesi, le demolizioni e le confische di case e terre palestinesi, le aggressioni dei coloni e tanto altro:  Clicca qui l’intervista della relatrice speciale ONU sulla situazione dei diritti umani nel Territorio palestinese occupato: la dottoressa Francesca Albanese, accademica, giurista specializzata in diritti umani e diritto.

Le donne contro la Nato.

A Bruxelles a Luglio, in contrapposizione e netto contrasto con il summit e vertice Nato di Vilnius in Lituania, si terrà una importante conferenza di donne impegnate per la pace e che provengono da tutto il mondo e hanno soprattutto come comune denominatore l’amore per madre terra, per il pianeta e l’assetto ecosistemico planetario e universale. Clicca qui.

Soulèvements fa paura.

Con Les soulèvements de la terre

In Francia, il governo di Macron ha compiuto un passo senza precedenti nella repressione del movimento sociale ed ecologista. Il 21 giugno ha decretato lo scioglimento del movimento Soulèvements de la Terre, che conta su oltre 140mila sostenitori e più di 150 comitati locali. Un modo come un altro per far sapere all’enorme numero di cittadini che lo detesta che non c’è alcuno spazio di dialogo e che chi non è d’accordo è bene che non esca nemmeno di casa. Centinaia di migliaia di persone hanno espresso solidarietà al movimento in forma singola o associata da tutto il mondo

Perché Soulèvements fa così paura

Un rapporto confidenziale della “Digos” francese sul movimento da soffocare.

Dal giorno in cui Carlo Giuliani è stato ucciso.

Genova, luglio 2001. Dal giorno in cui Carlo Giuliani è stato ucciso in piazza Alimonda è cambiato tutto. Sono cambiati i movimenti, rinati solo di recente grazie alla passione ambientalista delle nuove generazioni. È cambiata la sinistra, che di fatto è quasi evaporata. È cambiata, assai in peggio, l’informazione: una conseguenza inevitabile dell’editto bulgaro e di tutto ciò che ha comportato nei giornali e, soprattutto, in televisione. Ed è cambiata, infine, la nostra democrazia: più fragile, con istituzioni sempre meno credibili e una classe dirigente sempre più screditata. Se vogliamo comprendere il melonismo di oggi, dunque, dobbiamo riandare a quei giorni dell’estate del 2001, uno spartiacque epocale per il nostro Paese e per il mondo. La nostra, insomma, è una democrazia tradita, e gli artefici di questo disastro sono senz’altro le classi dirigenti ma siamo, soprattutto, noi che glielo abbiamo consentito.

In libreria 

DEMOCRAZIA TRADITA

di Roberto Bertoni e Marco Revelli

Dal G8 di Genova al governo Meloni:

la pandemia antidemocratica che ha travolto l’Italia

Tav Terzo Valico.

Lo scempio dei soldi pubblici serve solo a chi  ha bisogno che le merci che arrivano al porto di Genova vengano movimentate il più rapidamente possibile per le proprie esigenze aziendali presso  l’importante polo logistico del gruppo Gavio. Cinquantatre chilometri di ferrovia “ad alta capacità” (ossia destinata esclusivamente al trasporto delle merci) di cui trentanove scorrono in galleria tra Genova  e Rivalta Scrivia del Comune di Tortona, distruggono  il territorio e l’ecosistema, di quattro valli – Polcevera, Verde, Scrivia e Lemme – mettendo a serio rischio le falde acquifere e la salute pubblica a causa della presenza di rocce amiantifere all’interno delle montagne che occorre forare per dar vita al nuovo tracciato. Da un anno la talpa che dovrebbe scavare il tunnel a Radimero – una località del Comune alessandrino di Arquata Scrivia – è ferma (ed è stata persino smontata) per problemi legati alla qualità delle rocce da scavare, e non si conosce se e quando potrà riprendere la sua opera devastatrice. Clicca qui.