“Non perdo tempo. Adotterò una specifica ordinanza”: l’annuncio di Giorgio Abonante fa sobbalzare. Non può che essere l’ordinanza di fermata delle produzioni Pfas (cC6O4 e ADV) della Solvay di Spinetta Marengo. E’ suo dovere: lui per legge è la massima autorità sanitaria locale: conosce dalle indagini epidemiologiche dove e come si muore. Ma finora aveva messo la testa sotto la sabbia. Ora è in possesso del drammatico monitoraggio aria dell’Arpa: non è una novità bensì l’ennesima conferma del grave inquinamento atmosferico e idrico che scorre dal sobborgo alessandrino fino al lontano Comune di Montecastello. Però questa volta, evidentemente, per il sindaco la misura è colma: “Non perdo tempo” esclama in una intervista ad una emittente locale. Una ordinanza di chiusura della Solvay: clamoroso. Si richiamano alla memoria i precedenti del sindaco Mirabelli per impianti in marcia senza autorizzazione e del pretore Di Serafino per sversamenti incontrollati in Bormida.
“Adotterò una specifica ordinanza”. Però, se procediamo nella lettura dell’intervista, apprendiamo la vera natura del provvedimento: “L’ordinanza potrebbe prevedere alcune limitazioni o obblighi a carico della popolazione, come era capitato quando venne trovato Cloroformio in alcune cantine di Spinetta”. Abonante impose agli abitanti di non accedere alle proprie cantine senza mezzi di protezione per il cloroformio che risaliva dalle falde, ma non prescrisse alla Solvay di eliminare lo scarico della sostanza tossica e cancerogena -secondo l’Arpa- dal cielo e nell’acqua. Cosa ordinerà ora agli abitanti per limitare i Pfas tossici e cancerogeni che piovono dal cielo: di respirare meno? Oppure ordinerà a Eolo di modificare direzione ed intensità dei venti (Sud Ovest-Nord Ovest per Spinetta e Nord-Nord Est per Montecastello) di modo che le postazioni di monitoraggio Arpa non siano più sottovento rispetto alle ciminiere di scarico?
E’ grottesco questo ruggito del coniglio, è scandaloso questo sindaco, al quale balena appena “l’ipotesi più estrema, imporre eventuali limitazioni alla produzione di queste sostanze”. Tappare le ciminiere, no? Non si sente né Mirabelli né Di Serafino, e scarica le proprie peculiari responsabilità su Arpa, Asl, Provincia, Regione, con le quali in realtà si narcotizza annusando il programma “Solvay One Planet” della multinazionale: “Emissioni in atmosfera verso impatto zero nel 2030”. Si avvale, per la prossima conferma elettorale, della compiacenza dei giornali locali che, nelle loro censure, non riescono certo a oscurare la nostra martellante denuncia.