Negli ultimi sette anni, la Liguria ha dovuto portare fuori regione 850mila tonnellate di rifiuti propri e ha sostenuto una spesa, arrotondando per difetto, di 100 milioni di euro. E l’emorragia non si ferma, perché gli impianti non ci sono, quelli in costruzione, come il separatore Scarpino, seppur non risolutivi, sono in ritardo e alcune discariche stanno andando in crisi. Intanto si cerca in Val Bormida lo spazio per realizzare il termovalorizzatore. Vacilla anche il biodigestore di Genova che sarebbe finanziato dal Pnrr. A tacere che la Regione neppure si è accorta dell’emergenza PFAS.