Il Papa ha donato a Zelensky la piccola scultura di un ramoscello d’ulivo, simbolo della pace. Zelensky gli ha messo nelle mani un’icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile, simbolo di guerra. I due doni hanno appunto simboleggiato la distanza tra i due. Zelensky ha rifiutato l’intento del Papa di accreditarsi come mediatore, ci ha tenuto a far sapere di aver consegnato al Papa il suo “piano di pace”, l’unico percorribile: “Con tutto il rispetto per il Papa, la questione è che non abbiamo bisogno di mediatori fra l’Ucraina e l’aggressore che ha occupato i nostri territori, noi dobbiamo fare e scrivere un piano di azione per una pace giusta in Ucraina. Ho invitato il Papa come uno dei leader per lavorare alla formula della pace ma non possiamo invitare la Russia che bloccherebbe tutto. Con Putin non parlo. La via d’uscita è la controffensiva”. Cioè la fantomatica vittoria, cioè la guerra fino all’ultimo ucraino. Con il pieno appoggio “a 360 gradi” di tutti gli italiani, perché Meloni rappresenta tutti gli italiani. Si chiamano per nome “cara Giorgia, “caro Volodymyr”. Cari italiani.