Molti fra noi “movimentisti”, soprattutto quelli che provengono da esperienze tipo sessantottine, si chiedono: le nuove generazioni riusciranno a fare quanto noi abbiamo fallito, insomma a rivoluzionare -grazie a internet- un po’ questo mondo sull’orlo di catastrofi?
Se clicchi qui Geert Lovink: La fine di internet ti imbatti in una risposta pessimistica: “In una situazione come la nostra, descritta da forme culturali ed economiche di stagnazione e recessione, la rivoluzione delle generazioni più giovani non è molto verosimile. Oggi, la sottocultura non può svilupparsi in opposizione alla cultura dominante. Questa è la ragione fondamentale per cui ci troviamo in questa situazione. Per quanto riguarda Internet, abbiamo visto la concentrazione del potere, la centralizzazione e la monopolizzazione che proviene sia dallo Stato che dalle aziende. Eppure, così come per il cambiamento climatico, tutti gli allarmi sono caduti nel vuoto. Internet è oggi caratterizzato da una strana sintesi di dipendenza digitale e sorveglianza statale. Tutto questo crea la sensazione che non ci sia via d’uscita; non sappiamo dove andare…”