Mentre il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, si trastulla a insistere sull’energia dell’atomo puntando sulla quarta generazione, affidati alla commissariata Sogin procedono a rilento lo smantellamento e la messa in sicurezza degli impianti nucleari italiani, dunque la realizzazione del deposito nazionale che dovrebbe definitivamente ospitare 95mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Inoltre l’Italia non è più in grado di riprendersi le migliaia di tonnellate di scorie radioattive inviate per riprocessamento all’estero.
Lo smantellamento riguarda le centrali nucleari di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano, il reattore Ispra-1 (Varese), l’Eurex di Saluggia, Opec e Ipu di Casaccia (Roma) e l’Itrec di Rotondella (Matera), mentre la dismissione dell’impianto FN di Bosco Marengo (Alessandria) si è conclusa a giugno 2022. In particolare l’Eurex è una bomba ecologica irrisolta da decenni.
Per quanto concerne il mitico deposito azionale, finalmente è pronta, ma non approvata, la bozza della Carta nazionale delle aree idonee (Cnai): i siti potenzialmente idonei sarebbero 57, in sei regioni. Nessuna delle aree indicate vuole ospitare il deposito.