Cosa sarebbe successo se gli accordi di Minsk del 2014 fossero stati rispettati da Russia e Ucraina? Cosa sarebbe successo se la Nato avesse rinunciato ad annettersi tutti gli Stati dell’ex dominio sovietico? Chi avrebbe dovuto mediare nei mesi scorsi tra l’aggressore Russia e la sempre più armata Ucraina? Secondo Guido Viale è importante risalire indietro nel tempo per misurarsi con il presente e proiettarsi nel futuro. Tuttavia, questo esercizio diventa ricco di senso se parte da due presupposti, spesso dimenticati. Il primo: la guerra non è un evento ma un processo e comincia ben prima del suo scoppio. Il secondo: anche la pace è un processo. E non ha mai fine. Che cosa sarebbe successo se, di fronte all’invasione dell’Ucraina, giunta fino a Kiev, Zelenski fosse fuggito, o si fosse arreso? O la Nato non gli avesse fornito tutte le armi che gli ha messo a disposizione? È l’argomento “forte” che tutti i favorevoli a riempire di armi l’Ucraina ritengono risolutivo. Non si può non rispondere. Ma l’alternativa a una resa di Zeleski non è, e non era nemmeno allora, la resa di Putin. Questa è la visione di chi nel proprio orizzonte non ha che la guerra. Leggi tutto