Nella Sala Georgievsky del Cremlino si è tenuta la cerimonia della firma degli accordi sull’ammissione in Russia, come da essi richiesto, della Repubblica popolare di Donetsk, della Repubblica popolare di Lugansk, della regione di Zaporizhia e della regione di Kherson, a seguito dell’esito dei referendum a favore della loro integrazione alla Russia, con la formazione di quattro nuove regioni, quattro nuovi soggetti costitutivi della Federazione Russa. Sotto gli occhi delle telecamere, in diretta tv, il presidente russo, Vladimir Vladimirovic Putin, ha firmato i decreti con i quali le Repubbliche popolari, passano sotto il diretto controllo di Mosca. Il capo del Cremlino ha toccato tre punti fondamentali: «I territori conquistati diventeranno russi per sempre»; «Kiev cessi le ostilità, noi siamo pronti a negoziare»; «L’egemonia dell’Occidente è finita per sempre: Da secoli i Paesi occidentali affermano di portare libertà e democrazia alle altre nazioni, è esattamente il contrario: invece della democrazia portano repressione e sfruttamento; invece della libertà schiavitù e violenza. L’intero ordine mondiale unipolare è intrinsecamente antidemocratico e non-libero, è ingannevole ed ipocrita in tutto e per tutto”. La Comunità internazionale compatta ha respinto il minaccioso discorso di Putin.