Alcune forze politiche valorizzano la propria presenza con l’imperativo di NON votare per i due schieramenti di centrosinistra (PD più cespugli e cespuglietti, Calenda, Renzi, Bonino, Fratoianni) e di centrodestra (Meloni, Salvini, Berlusconi). Spiegano, soprattutto il M5S, che si tratta di due coalizioni falsamente contrapposte ma in realtà del tutto organiche all’attuale sistema, si differenziano – per ragioni meramente strumentali ed elettoralistiche – solo nel modo di interpretare l’ideologia politicamente dominante, alla quale in realtà aderiscono in toto, perciò va scongiurato un bipartismo… fra due destre.
C’è anche chi sottolinea che votare non è sufficiente.
“MIR Italia Movimento Internazionale della Riconciliazione”: Votare non basta. Occorre una nostra azione politica, che vada oltre le associazioni per pace e nonviolenza Bisogna fare una protesta sociale incisiva, nonviolenta, come l’obiezione alle spese militari. (clicca qui).
Sui media circolano però anche programmi alternativi… alle elezioni stesse:
“Partito Comunista del Proletariato d’Italia”: L’astensione attiva, politica, cioè il boicottaggio di queste elezioni farsa, è la tattica giusta, (clicca qui)
“Nuovo – Partito comunista italiano”: Votare e far confluire i voti su una sola delle liste anti Larghe Intese (Unione Popolare, Italia Sovrana e Popolare, Partito Comunista Italiano, Italexit per l’Italia, Vita e altre minori) per rendere il Parlamento ingestibile .
“Reddito di cittadinanza Salario minimo”: La lotta è un’alternativa. Non è rappresentata dall’astensione, necessaria ma sterile, è un’alternativa all’astensione, come lo è al “voto utile antifascista” e a liste che pretendono di rappresentare gli interessi proletari e popolari senza essere dentro le lotte, senza essere fuori e contro il sistema dei partiti parlamentari e il sindacalismo gestito dalle direzioni collaborazioniste.
“Coordinamenta femminista e lesbica – Roma AED femminismo Associazione Educazione Demografica – Bergamo”: Non votare è l’unica salvaguardia di un minimo di dignità che ci può essere rimasta come subalterne/i. Il nostro orizzonte deve essere la modifica dei rapporti di forza, è l’unica strada che abbiamo. Possediamo degli strumenti storici come le piazze, il boicottaggio, il sabotaggio, lo sciopero, la disubbidienza civile singola e collettiva, e dobbiamo inventarci altre forme di lotta perché da qui in poi sarà durissima e la risposta del potere estremamente violenta. (clicca qui)