Il rapporto ONU “A/HRC/51/35/Add.2” sarà presentato ufficialmente all’ONU – Human Rights Council il 20 settembre 2022. L’autore Marcos Orellana, l’Alto Commissariato Onu, nella relazione finale dell’ispezione in Italia ha stimato la contaminazione da Pfas in Veneto come “il più grande inquinamento ambientale d’Europa” (in attesa che si completi quello in Piemonte della Solvay) .
Sulla base di questo documento che sancisce la violazione dei diritti umani delle popolazioni da parte delle Autorità italiane: le stesse saranno deferite presso il tribunale europeo a Strasburgo, ossia la Corte europea dei diritti dell’uomo. Annuncia Alberto Peruffo: «Siamo intenzionati a interpellare la magistratura affinché dia il via ad un procedimento contro i vertici della Regione Veneto e contro i dirigenti della sanità veneta ciascuno per le proprie responsabilità, ciascuno nei periodi di riferimento, in ragione di una situazione di avvelenamento della popolazione, che si è consumata in modo consapevole e doloso, Chiediamo tutto ciò non solo per le analisi negate, ma pure per il ritardo nella bonifica, per l’incenerimento dei Pfas a Legnago senza i sufficienti controlli, per manipolazione dell’informazione”.
“Ci sono tutti i presupposti giuridici per denunciare una situazione di avvelenamento di massa rispetto al quale la politica sapeva e ha taciuto, caricandosi dunque sulle spalle indubbie responsabilità penali”: l’affermazione dal Veneto rimbalza in Piemonte contro i vertici della Regione e contro i dirigenti della sanità.
Marcos Orellana, sulla violazione dei diritti umani in relazione alle sostanze tossiche, ha sottolineato “l’omissione da parte delle autorità regionali di informazioni cruciali per la salute ”. Nel 2013, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), della presenza degli inquinanti Pfas ha informato (con un certo ritardo rispetto all’allarme da me lanciato da Alessandria) le autorità della regione Veneto, le quali però non hanno informato i residenti delle aree contaminate e sui rischi per la salute: fino al 2017 nessuno ha avvertito che l’acqua dei rubinetti conteneva Pfas. Anzi, sia la provincia di Vicenza che l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (Arpav) avrebbero potuto far emergere informazioni sull’inquinamento già molti anni prima, ma “sapevano e tacevano” e omettevano i controlli delle cosiddette “barriere al PFOA”. Addirittura la Regione Veneto nel 2014 aveva rilasciato a Miteni di Trissino autorizzazione AIA per il nuovo pfas GenX. La Regione di Luca Zaia non ha avviato nessuna seria indagine epidemiologica, le stesse analisi sul rischio di contaminazione alimentare sono state parziali, datate e tenute nascoste alla popolazione fino al pronunciamento 2021 del Tar.