Il prestigioso Journal of Hepatology Report ha pubblicato uno studio che dimostra come l’esposizione ai Pfas aumenti il rischio di cancro al fegato negli esseri umani, la forma più comune nota come carcinoma epatocellulare non virale. Gli scienziati hanno trovato le prove che il PFOS altera il processo del metabolismo del glucosio, il metabolismo degli acidi biliari e il metabolismo di alcuni aminoacidi – molecole che si fondono per formare proteine - nel fegato. Il carcinoma epatocellulare è responsabile di circa l’85% di tali casi di cancro, che è stata la quinta e la settima causa di morte per cancro rispettivamente tra uomini e donne statunitensi; tra i tumori più mortali con un tasso di sopravvivenza a cinque anni inferiore al 20%.
Sottolineando la “necessità urgente di identificare i fattori di rischio” per questo cancro mortale, dal rapporto pubblicato dalle National Academies of Sciences, Engineering and Medicine giunge un forte richiamo alle agenzie della salute degli Stati Uniti a muoversi rapidamente per avviare test ampi sulle persone esposte ai Pfas. A questo richiamo sono sorde totalmente la sanità del Piemonte e parzialmente quella del Veneto dove, nonostante le richieste da parte di cittadini e associazioni, solo gli abitanti della zona rossa vengono sottoposti a specifici test.