L’hanno sempre chiamato “dottor sottile” soprattutto quando Craxi, l’esiliato… dopo condanna definitiva, dal suo rifugio di Hammamet sottilmente definì il suo ex delfino: “traditore”, “becchino del Psi”, “trasformista”, “voltagabbana”, “impancato a sputar sentenze morali” “del finanziamento illegale tu lo sapevi benissimo, caro Giuliano, avevi le mani in pasta come me, pagavi le tue campagne elettorali con i soldi del cassiere di Via del Corso e raccoglievi fondi anche per conto tuo”.
Oggi l’immarcescibile Giuliano Amato, da presidente della Corte Costituzionale sottilizza anzi assottiglia anzi fa a fette la Carta Costituzionale: “Per l’articolo 11 l’Italia ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie, ma non la ripudia in assoluto. La Costituzione prevede il sacro dovere di difendere la patria. E poi ci sono i vincoli assunti in sede europea e internazionale: il dovere alla solidarietà verso i membri dell’Unione europea aggrediti da altri e la clausola di solidarietà tra i Paesi membri della Nato”.
Se lo spirito dei Costituenti ammette guerra difensiva condotta sul territorio italiano contro un aggressore esterno, giammai può giustificare l’intervento italiano in un conflitto tra altri due contendenti: a quel punto, se intervenissimo ogni volta che uno Stato ne aggredisce un altro, dovremmo entrare in guerra con mezzo mondo. Lo stesso aiuto ad uno stato in guerra attraverso la fornitura di armi è da considerare a tutti gli effetti un intervento bellico. Insomma l’articolo 11 impedisce anche il commercio e l’invio di armi con paesi in guerra.
L’interpretazione del “ripudio della guerra” è, da parte del presidente del più importante organo di garanzia costituzionale, un vero e proprio tradimento della Costituzione. La famiglia socialista chiede la riabilitazione di Craxi, magari l’input proverrà dalle parti della Consulta, anche se Bettino in punto di morte lasciò scritto: “Mi ripugnerebbe essere riabilitato da coloro che mi uccidono”.