“Una soluzione diplomatica non può che prescindere dal ritiro della Russia. La guerra finisce con il ritiro degli occupanti e con il ripristino della integrità territoriale, grazie ai nuovi missili di Biden. Clicca qui TGLa7. Dunque la pace si otterrà solo con la sconfitta di Putin. La dichiarazione davanti al corpo diplomatico di tutto il mondo, non invitati gli ambasciatori russi. La telecamera inquadra in prima fila ad applaudire il ministro degli esteri Luigi Di Maio con Mario Draghi, in rappresentanza di tutti gli italiani disponibili -per la pace- a invio armi e tirate della cinghia.
Non è la prima volta che Mattarella calza l’elmetto. Anzi, Il 24 marzo 1999, la seduta del Senato riprende alle 20,35 con una comunicazione dell’on. Sergio Mattarella, allora vice-presidente del governo D’Alema (Ulivo – Pdci – Udeur): «Onorevoli senatori, come le agenzie hanno informato, alle ore 18,45 sono iniziate le operazioni della Nato». In quel momento, le bombe degli F-16 del 31° stormo Usa, decollati da Aviano, hanno già colpito Pristina e Belgrado. E stanno arrivando nuove ondate di cacciabombardieri Usa e alleati, partiti da altre basi italiane. In tal modo, violando la Costituzione (artt. 11, 78 e 87), l’Italia viene trascinata in una guerra, di cui il governo informa il parlamento dopo le agenzie di stampa, quando ormai è iniziata. L’ex comunista Massimo D’Alema era stato convocato a Washington dove il presidente Clinton gli aveva proposto: «L’Italia è talmente prossima allo scenario di guerra che non vi chiediamo di partecipare alle operazioni militari, è sufficiente che mettiate a disposizione le basi». D’Alema gli aveva orgogliosamente risposto «ci prenderemo le nostre responsabilità al pari degli altri paesi dell’Alleanza», ossia che l’Italia avrebbe messo a disposizione non solo le basi ma anche i propri cacciabombardieri per la guerra alla Jugoslavia. Ai bombardamenti parteciperanno infatti 54 aerei italiani, attaccando gli obiettivi indicati dal comando Usa.
Mentre è ancora in atto la guerra contro la Jugoslavia, il governo D’Alema partecipa a Washington al vertice Nato del 23-25 aprile 1999, che rende operativo il «nuovo concetto strategico»: la Nato viene trasformata in alleanza che impegna i paesi membri a «condurre operazioni di risposta alle crisi non previste dall’articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza». Da qui inizia l’espansione della Nato ad Est. In vent’anni, dopo aver demolito la Federazione Jugoslava, la Nato si estende espandendosi sempre più a ridosso della Russia. E arriviamo alla guerra in Ucraina, avviata nel 2014 e ancora in corso. Clicca qui Il Manifesto.