Le più alte concentrazioni nelle cantine. Qui cloroformio, diclorometano, dicloroetano, tricloroetano, tetracloruro di carbonio, tricloroetilene, tetracloroetilene, ecc. salgono dalla falda ai solai e/o scendono, per la parte non trattenuta dai polmoni degli abitanti, dalle 72 ciminiere della Solvay di Spinetta Marengo. Clicca qui.
Arpa Piemontehapubblicato i risultati ditre campagne stagionali dl monitoraggio della qualità dell’aria indoor a Spinetta Marengo, per indagare la presenza di composti organo-clorurati negli ambienti di vita attraverso analisi in cinque abitazioni della frazione, situate “a distanze variabili in direzione N -NE del Polo chimico (da circa 20 a 750 metri di distanza dai confini stabilimento) e a valle idrogeologica rispetto all’andamento della falda“.
Non viene realizzato lo studio epidemiologico sull’impatto delle emissioni inquinanti. La nuova autorizzazione ambientale AIA èstata rilasciata PRIMA di sapere se le sostanze rilasciate in ambiente hanno o meno un impatto sulla salute umana. Clicca qui la denuncia.
Il Consiglio di Amministrazione di Solvay ha diffuso una provocatoria lettera aperta con riguardo alle sue attività di produzione della soda a Rosignano, dove ogni anno, l’azienda scarica sul litorale, e poi direttamente nel Mar Mediterraneo, centinaia di migliaia di tonnellate di solidi sospesi, contenenti nichel, cadmio, cromo, arsenico e mercurio: dal 2018 al 2020 688.000 tonnellate di solidi sospesi contenenti 88,7 tonnellate di metalli pesanti. Tale sversamento di rifiuti ha creato una discarica a cielo aperto, con l’aspetto accattivante (e fuorviante) di un’idilliaca spiaggia caraibica (le cosiddette ‘Spiagge bianche’ di Rosignano).
Nella lettera aperta, per Solvay “La qualità della balneazione è eccellente” facendo riferimento all’agenzia di monitoraggio ARPAT. Bluebell Capital Partners le contesta che la valutazione dell’ARPAT si basava “solo su 2 parametri microbiologici (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali), indicatori della presenza di tali apporti fecali senza prendere in considerazione alcun aspettoecologico, nè chimico, né organolettico nè estetico o paesaggistico, riferibile all’acqua, alle spiagge o ai fondali“. Con lo stesso errato riferimento, Solvay afferma che lo “stato ecologico e chimico di Rosignano è in linea con la costa toscana”, omettendo di specificare che per l’Arpat l’eccessiva presenza di mercurio, arsenico ed esaclorobenzene nel corpo idrico lo fanno classificare come “NON BUONO .
Altra affermazione di Solvay: i metalli pesanti (compreso il mercurio), contenuti nei solidi sospesi scaricati in mare a Rosignano, “rimangono imprigionati nello stato solido del calcare e non possono essere assorbiti dagli organismi viventi, comprese le persone e i pesci”. Falso: il rapporto ARPAT invece dichiara che “le analisi per determinare la presenza del mercurio nei pesci hanno indicato una situazione di bioaccumulo lungo tutta la costa, con superamenti dello standard ambientale in tutti i corpi idrici”.
Bluebell Capital Partners contestainoltre alla amministratore delegato Ilham Kadri l’erosione costiera provocata dal drenaggio Solvay delle acque dei fiumi Cecina e Cinque e dalla costruzione della diga di San Luce; ma soprattutto gli elevati livelli di mortalità per malattie cronico-degenerative (e per altre malattie) nel comune di Rosignano, e dunque la relazione causa-effetto tra l’eccesso di mortalità e le emissioni ambientali della Solvay.
Dopo quello veneto, la conferma arriva da quattro studi pubblicati di recente secondo cui i Pfas, noti immunotossici, sono in grado di ostacolare la capacità dell’organismo di combattere il Covid-19, soprattutto per i bambini. Gli studi inglesi, svedesi, danesi e cinesi inchiodano ancor più queste sostanze chiamate “prodotti chimici per sempre”, in grado cioè di rimanere nel corpo per anni o decenni, i C6O4 e ADV in particolare prediligono i polmoni. Sono state rinvenute nel sangue dell’80% dei bambini veneti controllati (ritrovamento assente nel sangue dei bimbi alessandrini… per il semplice motivo che non sono stati esaminati). I Pfas sono utilizzati in migliaia di applicazioni in dozzine di settori e sono collegati a cancro, diminuzione dell’immunità, malattie del fegato, problemi renali, difetti alla nascita ecc.
Vieta l’uso, la commercializzazione e la produzione di PFAS o di prodotti contenenti PFAS, ne disciplina la riconversione produttiva e le misure di bonifica e di controllo. Insomma assumele istanze di tutti i Movimenti, Associazioni e Comitati, che da anni si battono per eliminare questi cancerogeni bioaccumulabili e persistenti, praticamente indistruttibili, dalle acque, dall’aria, dagli alimenti, insomma dal sangue dei lavoratori e dei cittadini altrimenti ammalati e uccisi. Pfas e Bisfenolo sono dichiarati dalla scienza una calamità mondiale da mettere al bando come fu per il DDT che si ritrova ancora fra gli orsi dell’Artico, per l’amianto che esplode in mesotelioma anche venti anni dopo, per i clorofluorocarburi che non hanno ancora finito di bucare l’ozono, per i bicromati che hanno smesso di bucare da parte a parte i nasi degli operai (tutti prodotti nell’alessandrino ed eliminati dopo anni di lotte). I primi beneficiari di questa legge saranno le popolazioni toscane e venete (concerie ed ex Miteni di Trissino), lombarde (Solvay di Bollate) e piemontesi (Solvay di Spinetta Marengo). D’altronde gli scarichi della Solvay in Bormida raggiungono la foce del Po.
Il nodo della chiusura Solvay.
A causa dei comportamenti omissivi e complici di Comune, Provincia e Regione Piemonte, è diventata drammatica la situazione ambientale e sanitaria inferta ad Alessandria dalla Solvay di Spinetta Marengo, incurante della condanna in Cassazione per disastro ambientale e omessa bonifica nonchè del nuovo processo, impassibile alle censure di Onu e Commissione Ecomafie. Infatti Pfas e Bisfenolo sono paradossalmente “soltanto” la punta di un immenso iceberg di sostanze tossiche e cancerogene che piovono da 72 ciminiere. Con la nuova legge Crucioli sarà ancor più palese che gli Enti politici sono fuorilegge al pari dell’azienda.
Per il polo chimico la parola chiusura è sempre meno un tabù, espressa senza remore dai Movimenti, è presa in esame dal segretario della CGIL e non esclusa dalla stessa multinazionale belga.