Il delirio bellicista e antirusso dei media europei deve certo preoccupare, ma non oltre un certo punto: gli stereotipi apocalittici del tipo “il mondo non sarà più quello di prima”; “la più grande crisi dopo il ’45”; “sull’orlo della terza guerra mondiale” non dureranno a lungo. Verranno dismessi non appena si profilerà un nuovo Grande Nemico al posto di Putin e della Russia.
Non è questione di geopolitica. O di valori e di passioni. Ma di interessi. Gli interessi dell’industria della paura che semina panico e rancore allo scopo di vendere copie e alzare ascolti. Un’industria subdola, alleata di quella militare, soprattutto americana, che va in giro per il mondo in cerca di nemici mortali da combattere. (continua Pino Arlacchi)