Non bastano 10.000 agenti per fermare i No Tav in Val Susa.

Il grido No Tav di nuovo squarcia il silenzio in Val di Susa. In 7.000, nonostante un tempo incerto, hanno infilato scarpe e scarponi per lasciare le tende del Weekend Alta Felicità alla volta del cantiere della nuova Torino-Lione. Nulla può un esercito mercenario e spaesato contro la determinazione e la conoscenza del territorio di chi è radicato in questa valle.  Un lungo serpentone  inizia dalle 14:30 a snodarsi dalle strade di Venaus… il corteo  prima raggiunge il centro abitato di Giaglione per poi spostarsi sul sentiero gallo romano dove un jersey di cemento armato e filo spinato sbarra la via nel bosco… mentre alcuni No Tav provano a tirare giù la barriera con mezzi di fortuna, un altro centinaio prende i sentieri alti dove  ingaggia una serie di azioni di disturbo alle forze dell’ordine impegnate nella difesa del cantiere della vergogna…gli agenti gasano i manifestanti… un terzo gruppo di No Tav, scendendo dai boschi, riesce ad entrare all’interno del cantiere nei pressi dell’area archeologica di Chiomonte tagliando le reti e mettendo fuori uso una jeep lince dell’esercito… Continua.

Mentre la politica istituzionale invecchia sui suoi scranni parlamentari, in Val Susa, generazione dopo generazione, la lotta contro la grande opera inutile ed ecocida si rinnova e conquista nuove speranze e motivazioni. Fallisce la strategia di silenziamento del movimento No Tav messa in atto dalla maggior parte dei giornali mainstream in concerto con la questura.

Nella versione della Questura di Torino (clicca qui) i manifestanti si riducono a 1.200 mentre i facinorosi, respinti mediante l’utilizzo calibrato di lacrimogeni, feriscono due poliziotti con fumogeni e bombe carta.

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