Miliardi di euro in sanzioni e provvisionali. Una montagna di denaro che si rischia a Taranto di vedere mai. Nonostante le condanne inflitte dal Tribunale di Taranto, il rischio della beffa è concreto per le quasi mille parti civili costituite nel processo “Ambiente svenduto” come vittime dell’ ex Ilva. La sentenza della Corte d’assise, infatti, oltre ai 280 anni di carcere inflitti agli imputati, tra i quali Fabio e Nicola Riva e l’ex presidente della Puglia, Nichi Vendola, ha stabilito anche le somme che gli imputati dovranno versare immediatamente alle parti civili, in attesa che la sentenza diventi definitiva e su quella venga avviato un processo civile che possa quantificare l’ammontare del risarcimento. Una sorta di anticipo che si aggira complessivamente intorno agli 8 milioni di euro, tra 5 e 100mila euro a testa, ma per capire come potrà andare a finire, basta studiare la storia recente di un vecchio processo che vide condannato definitivamente Emilio Riva, l’ex patron dell’acciaio scomparso nel 2014. La sentenza “Ambiente svenduto” copre il periodo 1995-2013, dopo il quale non possono che essere sempre definite “criminali” le condizioni dell’area a caldo dell’ex Ilva, a tutto il 2021. Clicca qui.