Solvay, Regione Piemonte e Provincia di Alessandria non hanno la minima intenzione di respingere la nuova Autorizzazione AIA del tossico cancerogeno pfas C6O4, men che meno di revocare la vecchia AIA: cioè di decretare “emissioni zero” in acqua-aria-suolo, cioè di eliminare il C6O4. Soprattutto Solvay necessita di queste autorizzazioni a Spinetta Marengo, per pararsi penalmente il culo dagli inevitabili risarcimenti. L’indaffarata congrega dunque cercherà di vendere all’opinione pubblica, a mezzo dei giornali sempre compiacenti, la rassicurante Autorizzazione – per un “periodo transitorio”- tramite l’inserimento di palliativi denominati “limiti più restrittivi alle emissioni”, “percentuali più basse”, “restrizione delle concentrazioni”, “individuazione delle perdite”, “riduzione delle perdite” (si confronti il lessico nell’articolo allegato: clicca qui).
La pantomima dei continui rinvii della “Conferenza dei servizi”, a Marnati Robotto Coffano Maffiotti Diotto & Co. , serve appunto a prendere il tempo di confezionare il pacco italiano a prescindere dalle contestazioni del mondo scientifico internazionale. L’escamotage per l’AIA sarà appunto il “periodo transitorio”. Alla combriccola fa comodo riferirsi al “vuoto normativo” (che ricorda quello tragico dell’amianto) del microgrammolitro più microgrammolitro meno (giammai zero), gli serve anche equipararsi al Veneto omettendo che lì il Pfas non è più prodotto mentre in terra piemontese Solvay addirittura lo incrementerebbe per uso e perfino vendita. Insomma, tutto può entrare nel “pacco” purchè resti fuori “limite C6O4 zero” “eliminazione totale del C6O4”, e bonifica integrale. Il pacco in politichese è quello che suol definirsi “salute e profitto compatibili”. Per un “periodo transitorio” ovviamente, come è stato per il PFOA, insomma il tempo di contare morti e ammalati.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro.