Sono trentacinque anni che è morto Enrico Berlinguer, dopo che aveva realizzato alle europee 1984 lo storico sorpasso del PCI sulla DC. E proprio nella coincidenza di questo anniversario con le elezioni europee 2004, scrivevo su Il Manifesto “La questione morale dopo Berlinguer”:
“ Nel mondo c’è grande sporcizia. Materiale e morale. Pensiamo all’ambiente e alla guerra. Temi su cui pur si dividono i giudizi. Che diventano unanimi solo per la politica: sporca per definizione. Probabilmente lo è né più né meno delle altre attività umane. Dove si mente, si imbroglia, ci si arricchisce, si ruba, si uccide. Ma si sta nascosti mentre in politica si diventa pubblici. In più, non si è perdonati a razzolare male proprio per aver predicato il disinteressato bene pubblico. Questa denigrazione della politica, in determinati momenti, si eleva a “questione morale”. Vi è chi propone di reagire, di estirpare il marcio. In altri momenti no, nessuno raccoglie il persistente malcontento popolare, il distacco, l’astensionismo. Attualmente siamo in questa seconda fase. La “questione” non compare nella campagna elettorale. Neppure in quei piccoli partiti che fanno ancora raro riferimento a Enrico Berlinguer, che della questione morale fece il terreno etico-politico sul quale combattere la sua ultima e più popolare battaglia, preparando la stagione di Mani pulite. Con essa, c’è stato l’affondamento della prima repubblica e dei partiti che l’avevano governata. Ma nessuno può dire, oggi, che la questione è risolta, anzi che non si sta aggravando. E in entrambi gli aspetti posti da Berlinguer. Quello della corruzione dei politici, imprenditori, amministratori, burocrati. E quello dell’occupazione del potere da parte della partitocrazia, dell’ uso privato delle istituzioni, dell’abbandono del concetto di gratuità nella politica, della divaricazione cioè tra Costituzione scritta e costituzione materiale. Chiedersi come avrebbe reagito Berlinguer, è forse esercizio improponibile. E’ doveroso però chiederci perché, oggi, mancano figure del suo carisma. Perché questa epoca produce, a tutti i livelli, classi dirigenti dell’attuale statura? Perché, insomma, le società contemporanee raggiungono il degrado che tutti abbiamo sotto gli occhi?”
Quella denuncia potrei scriverla anche oggi, parola per parola se, (continua)