Gli spinettesi hanno il sindaco che si meritano. Il peggiore d’Italia secondo IlSole24Ore.

Riceve 18 milioni di euro dal governo e cosa ne fa? Per l’Osservatorio ambientale della Fraschetta? O per l’Indagine epidemiologica della Fraschetta? O per la bonifica del disastro ecologico sotto sopra intorno la Solvay? O per sostenere il dolo nel processo d’Appello contro Solvay? O per il Lovassina? Niente affatto. Li destina a cose più importanti chiedendo consiglio ai cittadini di Spinetta Marengo. Cioè: percorso ciclopedonale da Alessandria con passerella sul Bormida, centro gioco, parco di Marengo, orti solidali, marciapiedi, fioriere, lampadine e qualche miliardo di lire alla povera Solvay per teleriscaldamento. Nell’incontro pubblico applaudono i cittadini insieme al direttore che li ospita. E vissero (si fa per dire) tutti felici e contenti. Più felice di tutti Rita Rossa, la sindaco, che si ricandida perché porta bene essere anche quest’anno l’ultima fra i sindaci italiani nella classifica di gradimento.
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Un contributo per i braccianti di Castelnuovo che rifiutano di essere schiavi.

Ora più che mai è necessaria solidarietà concreta con chi lotta e, mentre difende i suoi diritti, difende anche quelli di tutti gli altri. Per questo, per sostenere le spese legali di questa vertenza ti chiediamo un contributo che potrai versare sul conto postapay del Presidio permanente al seguente numero: 4023 6006 6943 9400. Clicca qui il comunicato.

E’ in uscita l’ultimo numero della rivista di Medicina democratica.

Clicca qui il ricco sommario. Per ragioni tecniche (non vogliamo pensarle censorie) sulla Rivista sarebbe stato rinviato il contributo di Lino Balza che piuttosto sarebbe stato di attualità in coincidenza con il Convegno per il Quarantennale della nascita di Medicina democratica Movimento di lotta per la salute, apportando un contributo fortemente critico a quella che appare una mera auto referenziale celebrazione. Medicina democratica non ha bisogno di guardarsi ad uno specchio deformato bensì di riflettere con coraggio per un rilancio ormai indifferibile -è la tesi accusatoria di Balza- occorre, con un cambio del quadro dirigente, scongiurare una mutazione genetica di Medicina Democratica che -con Maccacaro- nacque invece da una grande ricchezza di lotte, di esperienze, di volontà collettiva e individuali, essa deve quindi restare un Movimento di lotta per la salute che agisce tramite le Sezioni e fra i Movimenti sui territori, insomma la sua natura deve consistere sempre e solo nell’essere lei stessa Movimento di lotta, Movimento interattivo e propulsivo che nuota tra i Movimenti sul territorio come un pesce nell’acqua, insomma assolutamente non può consolidarsi in una associazione apicale di medici, consulenti e conferenzieri, tanto meno può alterarsi in studio legale. Clicca qui il contributo storico e politico di Balza.

Il reato di dolo è come se non esistesse per i processi ambientali.

Anche quando i disastri eco sanitari sono gravissimi, i tribunali pronunciano sentenze per colpa: pene lievi e prescrizioni brevi. Non è infrequente che assolvano addirittura. I giudici non si impressionano neppure dei morti a migliaia. Gli inquinatori sanno di farla sempre franca e perseguono. Il libro “Ambiente Delitto Perfetto” si arricchisce di capitoli. Ma qualche PM insiste a chiedere il rispetto del Codice. Come ha fatto la Procura di Torino per il processo Eternit bis.

Clicca qui Silvana Mossano “Eternit bis, il PM insiste sull’omicidio doloso. La procura generale impugna la sentenza del gup”
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Occuparsi di una discarica e non di Solvay è come preoccuparsi della pagliuzza nell’occhio piuttosto che della trave.

A un titolo a cinque colonne (es. La Stampa/Piero Bottino) “Una discarica alla mercè del Bormida” riferita alla cava “Clara e Buona”, dovrebbe in proporzione corrispondere un intero giornale dedicato allo stato attuale della falda sottostante la Fraschetta. Semmai è il Bormida, e non solo, alla mercè della Solvay. Si comprende che i giornali preferiscono non disturbare i grossi padroni dell’inquinamento, tanto più perché lo fanno i politici e gli amministratori pubblici, si comprende un po’ meno che la popolazione tenda ad esorcizzare i pericoli più gravi cercando di ignorarli (ma non affrontandoli), non si comprende affatto che Associazioni ambientaliste e Comitati si sparpaglino a difendere ciascuno l’innaffiatoio del proprio orticello. Ma che senso ha impedire a Spinetta Marengo l’ipotetico inquinamento della falda dai rifiuti del Tav Terzo Valico, quando questa falda è già ai livelli massimi di inquinamento? Come minimo, mentre ci si batte per impedire il peggioramento dell’amianto, ci si batta per conseguire la bonifica della falda (ammesso e non concesso che non stia diventando irreversibile), altrimenti il Terzo Valico aggiungerebbe un cucchiaino al lago di veleni ben più potenti e pericolosi. Analoghe considerazioni valgono per la grande lotta dei Comitati della Valle Bormida. O ci si mette in testa che la falda è unica, che la battaglia deve essere unica, che l’unione fa la forza, altrimenti sono tutte battaglie perdenti e inutili. Tutte le battaglie sono perdenti se non si affronta la bonifica della Solvay di Spinetta Marengo. Non lo dico io, lo ammette la sentenza della Corte di Assise di Alessandria che svolge una analisi esemplare dello stato di inquinamento… per poi non trarne le conseguenze sul piano delle condanne ai veri responsabili (piuttosto che ai pesci minori). Vediamo in breve cosa ebbe sanzionato in sentenza la Corte (clicca qui) sottolineando che oggi l’avvelenamento della falda è rimasto tale, anzi aggravato, nell’indifferenza e nell’inerzia delle autorità pubbliche e della politica, compresi gli organi di informazione e ahimè partedel mondo ambientalista. Aggiungiamo, a tragico corollario, la superficialità della classe politica alessandrina che si occupa, giustamente, del “Registro Tumori” senza rendersi però conto che esso è solo una parte dell’ “Indagine epidemiologica”, dunque uno strumento monco, insufficiente. Così come sarebbe monca una indagine epidemiologica limitata al solo Comune di Alessandria (che comunque non c’è). Quando finalmente i Comuni della Fraschetta si faranno carico (soldi alla mano, non chiacchiere) delle dettagliate proposte, che tutti hanno ricevuto da Medicina democratica, per una Indagine epidemiologica della Fraschetta, sarà sempre tardi. Sarà sempre tardi quando si muoverà l’assessore del Comune capoluogo, che abbiamo investito del compito di raccordo intercomunale.
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Prossimo traguardo costruire una Rete delle Reti.

Il 2016 è stato un anno record per il nostro Blog: 632 post, quasi due notizie al giorno, a cui hanno fatto riscontro più di un milione di accessi, una mailing list settimanale a più di 15.000 contatti, il nostro gruppo Facebook a cui hanno aderito più di 6.000 membri e la neonata Pagina Facebook a cui chiediamo di aderire numerosi, (è possibile seguirci anche tramite il canale Youtube e Twitter).

Insieme alla partecipazione alle assemblee popolari, anche al Blog deve ascriversi il successo del libro “Ambiente Delitto Perfetto” in due edizioni di 1.000 copie andate troppo presto esaurite: le sottoscrizioni sono state interamente devolute ai Comitati No Tav e la Ricerca sul mesotelioma.

Il Blog si presenta nel 2017 nella veste di una nuova testata: “RETE AMBIENTALISTA Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente e la pace.” Prende infatti il posto del Blog della Sezione provinciale di Alessandria di Medicina democratica Movimento di lotta per la salute che in questi nove anni ha conseguito una Rete di contatti in Italia e all’estero, eccellente in quantità e qualità, da indurci a questa trasformazione intesa a sviluppare ulteriormente uno spazio aperto alle esperienze dei Movimenti impegnati nelle lotte sul fronte della salvaguardia dell’ambiente, della tutela della salute, della difesa della pace e della nonviolenza.

Per Montedison e Solvay, avvelenamento delle falde, i PM in Appello chiedono le stesse pene del processo di primo grado.

Per Bussi (Pescara) 12 anni e 8 mesi di reclusione a Carlo Cogliati (ex presidente, anche a Spinetta), 11 anni per Leonardo Capogrosso e Maurilio Aguggia, 12 per Luigi Guarracino, tutti ex direttori a Spinetta Marengo, 11 anni per Salvatore Boncoraglio. Con Boncoraglio, Guarracino è stato condannato ad Alessandria a 2 anni e 6 mesi, intanto è diventato direttore della Miteni a Trissino (Vicenza) dove è in corso un processo per avvelenamento da PFOA (come a Spinetta). Altri ex di Spinetta: Nicola Sabatini (4 anni) e Bruno Parodi (7 anni).

Per Spinetta Marengo (Alessandria) il PM chiede in Appello la conferma del capo di imputazione con condanne fino a 18 anni (Carlo Cogliati, ex presidente anche di Bussi). Il presidente di Medicina democratica invece non ricorre col PM e chiede la conferma della sentenza di primo grado assolutoria dei vertici e con risarcimenti nulli per la bonifica nonchè insultanti per le vittime parti civili: per protesta Lino Balza si dimette dal Consiglio direttivo dell’associazione e apre causa civile per conto proprio.

Per Bussi il Fatto Quotidiano ha svelato le pressioni subìte dalla Giuria svelando anche un presunto giro di tangenti. Tangenti sono state anche denunciate in udienza ad Alessandria e sono al vaglio del Consiglio superiore della magistratura e della procura di Milano.

Ampie notizie si trovano sul nostro Blog, mentre capitoli sono stati dedicati sul nostro libro “Ambiente Delitto Perfetto” .

Du Pont costretta a risarcire: “Il PFOA è cancerogeno”. E la Solvay?

Per il PFOA della Solvay di Spinetta Marengo (AL) non c’è stato nessun risarcimento del Tribunale di Alessandria. Eppure è stato trovato nel sangue dei lavoratori. Ma Comune, Asl e Arpa hanno fatto orecchie da mercante alle nostre denunce: clicca sul Blog in Argomenti.
Clicca qui l’ultimo risarcimento americano di 10,5 milioni di dollari.

Appello alle persone dei movimenti e delle reti per il Bene ed i Beni Comuni.

Una riflessione di Antonella Leto del Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua ed i Beni
Comuni:”…Per concepire, sollecitare e promuovere un grande cantiere programmatico, aperto ed inclusivo, senza padrini né padroni al quale tutti possano contribuire, in cui tutte le nostre elaborazioni, ideali ed aspirazioni trovino spazio, nel quale tutte le innumerevoli e straordinarie competenze rivolte al bene comune al nostro interno ed esterne a noi si facciano progetto concreto e non soggetto.Per lavorare tutti su un piede di parità ad un programma politico per la rivoluzione etica, culturale, sociale, ambientale ed economica…” (continua)

Lo smog si può prevenire e si devono reprimere i responsabili.

La soluzione all’inquinamento cittadino c’è, è la chiusura del traffico nei centri urbani: isola pedonale, mezzi pubblici, piste ciclabili. Senza palliativi come i blocchi temporanei. E senza trucchi come per le piste ciclopedonali: ad esempio, secondo i dati trasmessi all’Istat, ad Alessandria ci sarebbero 55 chilometri di piste, mentre in realtà, conteggiando anche le pseudo piste, non si arriva a metà (25,24 Km per l’esattezza calcolati dal presidente Fiab). Nelle classifiche delle città inquinate non troveremo mai Ferrara (che ha mantenuto la cultura della bicicletta) e Bolzano (che l’ha conquistata). Gli effetti dello smog sulla salute sono devastanti eppure le magistrature se ne fregano: basti pensare che fine ha fatto la nostra denuncia penale nei confronti del sindaco di Alessandria (clicca qui). 

Il Tav Terzo Valico penalizzerà il porto di Genova.

Se, inchieste giudiziarie permettendo, il Tav Terzo Valico ligure piemontese sarà compiuto nel 2021, in realtà penalizzerà il porto di Genova impreparato sulle infrastrutture. L’opera conclusa (53 chilometri di gallerie fra rocce amiantifere sparse in discariche alessandrine) non servirà agli scopi dichiarati in quanto irrealizzati i collegamenti necessari, anzi sarà una beffa (costosa e dannosa) che favorirà i porti del Nord Europa che potranno così penetrare meglio nel mercato della Pianura padana. Secondo gli affaristi della “Linea ferroviaria di Alta capacità Genova Milano”, invece, mancherebbe ai porti liguri solo la velocità di passare con le merci l’Appennino in 24 ore per essere concorrenti con Rotterdam, velocità fondamentale (che siano tutte merci deperibili e senza refrigerazione?) conseguibile appunto con il Terzo Valico. Gli affaristi fingono cioè di non comprendere che l’apertura del tunnel del Gottardo ha definitivamente chiuso la concorrenza con Rotterdam che beneficia di questa infrastruttura in più per sottrarre il traffico ai liguri dal nord al sud Europa. Il vero concorrente dei porti nordici diventerà Trieste che usa ancora ferrovie costruite dagli austriaci ma che ha saputo farle fruttare invece di nascondersi passivamente -come ha fatto Genova- dietro il dito del Terzo Valico.

Ecolibarna non fa più neppure notizia.

E’ stato uno dei primi eclatanti scandali ecologici italiani portati alla luce (leggi sul Blog in Argomenti) e tale è rimasto dopo decenni, in vana attesa di bonifica e indagine epidemiologica. Un anno fa a Serravalle Scrivia è venuta a passeggio coi sindaci una ennesima Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Chiacchiere e distintivo. 

Chi di referendum colpisce (trivelle) di referendum perisce.

Sul numero di gennaio di “Tera e Aqua”, www.ecoistituto-italia.org ,diretto da Michele Boato:
Dopo 70 anni, come al Referendum del ’46, la Repubblica ha liquidato la Monarchia strisciante del Berlusconi-replicante. La Corte dei Conti smaschera l’imbroglio della Pedemontana Veneta.
Oltre il Mose. Vademecum per la Salvaguardia di Venezia e della sua laguna. L’idrovia Venezia-Padova. Progetto inutile e dannoso.

Il Piemonte è, di fatto, il deposito nazionale dei rifiuti nucleari.

Il 96% della radioattività totale italiana è concentrato in Piemonte: Bosco Marengo, Trino, Saluggia (73 %.). Infatti, come avevamo previsto, non è stato realizzato (entro… i primi anni 2000!) il deposito unico nazionale a sicurezza totale: per rivendicarlo, da Alessandria abbiamo prodotto ricorsi al Tar e al Consiglio di stato, finanziandoli con una entusiasmante sottoscrizione nazionale e l’aiuto di Beppe Grillo. I ricorsi sono stati impantanati per anni al Consiglio di Stato (vedi il libro Ambiente Delitto Perfetto), e la Sogin (il governo) ne ha approfittato per smantellare gli impianti e accumulare le scorie in vulnerabilissimi capannoni (tipo Bosco Marengo) alla mercè di catastrofe nucleare, definendoli ipocritamente “provvisori” ma consapevolmente definitivi. Questo criminale disegno dei governi è stato favorito dalla complicità delle Amministrazioni locali, che hanno ricevuto in cambio della loro servile criminale inerzia cosiddette “compensazioni”: oltre 15 milioni di euro all’anno (151.753 euro per Bosco Marengo):



La “decommissioning”, ovvero la finta messa in sicurezza, cioè l’infinito smantellamento, nonché i costi di gestione e propaganda, sono venuti a costare allo Stato miliardi di euro in perenne lievitazione, pagati dalla collettività tramite le bollette dell’energia elettrica:

 
Per effetto di questo criminale disegno governativo, senza programma nazionale, senza carta nazionale, senza il deposito nazionale, 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi -compresi quelli che devono rientrare dall’estero e collocabili a Saluggia o Bosco Marengo- incombono su milioni di cittadini a rischio di catastrofe nucleare, a partire dall’inquinamento delle falde già avviato e dei fiumi Dora Baltea, Bormida, Po, Adriatico:
 


Clicca qui Carola Frediani “Dove le scorie nucleari restano per sempre”.

Stop al caffè in capsule di alluminio?

Grandi aree di foresta pluviale vengono distrutte per l’estrazione della bauxite in Brasile. La fusione della bauxite è estremamente dannosa per l’ambiente e richiede molta energia che viene dalle centrali idroelettriche che causano inondazioni e lo sfollamento dai territori ancestrali delle popolazioni indigene locali, oltre alla distruzione delle foreste primarie.

Sintesi in tredici punti del rapporto ISTAT sull’Integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole.

Molte le ombre. Vergognose sulla continuità didattica: il 16% degli alunni con disabilità della scuola primaria ha cambiato insegnante di sostegno durante l’anno scolastico, il 19% nella scuola secondaria di primo grado. Il 42% degli alunni della scuola primaria ha cambiato l’insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente, mentre nella scuola secondaria di primo grado ciò accade nel 36% dei casi. (continua…)