Una esperienza su cui riflettere: <<Mio figlio era un ragazzino, allora, quel sabato mattina, quando vide la guardia Montedison con le lacrime agli occhi consegnarmi la lettera di licenziamento. La vide da me rincuorata: <tranquillo, ci rivedremo in fabbrica, presto>. Ma la vide non convinta continuare a balbettare scendendo le scale: <una vigliaccata, una vigliaccata>. Anch’io pensavo: questa volta sarà dura…preparo subito il ricorso al pretore…questa volta mi gioco tutta la mia vita. Pensavo, ma mio figlio mi sentì dire: <nessun problema, vincerò in tribunale>. E sentì mia moglie mormorare: <come farai a dirlo a tua mamma?>. Le altre volte per la nonna era stato un dramma. Questo licenziamento non arrivava inaspettato ma era la logica conclusione della “escalation” di una vicenda ventennale fatta di….>> << provo vergogna della CGIL…>> continua
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