Questi quattro consiglieri regionali, due del PDL e due della Lega Nord, eletti in provincia, non soddisfatti di guadagnare in un mese quanto un pensionato in un anno, sono con altri 39 accusati di peculato dai giudici nel processo battezzato “Rimborsopoli”: si sono fatti rimborsare con soldi pubblici le loro spese personali. Secondo la gran parte dei consiglieri erano spese istituzionali: mutande, fiori, pranzetti intimi, centri estetici, dolciumi, gratta&vinci, frullatori, tagliaerbe e chi più ne ha ne metta.