Cari concittadini, andrete al supermercato con maschere antigas?

CARI CONCITTADINI, Medicina democratica ha lanciato un allarme (clicca qui) riguardante il progetto di un mega centro commerciale a ridosso del polo chimico di Spinetta Marengo. Credo sappiate che sono eventi rari ma non inverosimili: la caduta di un meteorite, di un aereo, un attentato terroristico, un sabotaggio, uno scoppio a catena di impianti per incendio o reazione incontrollata ecc. Sono eventi che vanno sotto il termine di “catastrofe industriale” (Bhopal, Seveso, Cernobyl, Fukushima ecc.). Credo sappiate che le sostanze che si libererebbero nell’aria di Spinetta e dintorni (fino ad Alessandria, e non esageriamo) sono armi chimiche di massa,

armi chimiche di massa, inodori insapori incolori, nulla da invidiare a quelle in Siria, o di Saddam Hussein, degli americani in Vietnam, degli italiani in Africa ecc. Credo sappiate che nelle situazioni ad alto rischio di catastrofe industriale si rende necessario un Piano di emergenza per salvare più vite tra la popolazione. Che tale piano dovrebbe prevedere: 1) un sistema di allarme immediato e capillare casa per casa,2) la presenza in tutte le abitazioni di mezzi di protezione individuali (maschere, autorespiratori ecc.), 3) un piano di evacuazione di massa (punti di raccolta, parco automezzi ecc.), 4) le cure specifiche predisposte in ogni ospedale della regione. Il tutto organizzato con esercitazioni di protezione civile. Credo sappiate che per il polo chimico di Spinetta, classificato appunto ad alto rischio, è in effetti predisposto un piano di emergenza prefettizio, anche se più volte giudicato quanto meno inadeguato da Medicina democratica (e di recente da M5stelle). Credo conveniate che, a prescindere dai rischi di catastrofe industriale, comunque i quotidiani scarichi in atmosfera non consiglino il luogo come tra i più salubri (sta avvenendo una fuga di gas mentre sto scrivendo). Credo concordiate che gli interessi economici non debbano prevalere sul bene primario che è la salute. Credo dunque, per concludere, che siate d’accordo con me: che se è vero che il sobborgo di Spinetta Marengo non può essere spostato e che lo stabilimento nei decenni non è riuscito ad allontanarsi a sufficienza dall’abitato, diventa ancora più vero che non è proprio il caso di aggiungere a rischio nelle vicinanze un ulteriore agglomerato umano di migliaia di clienti del maxi centro commerciale. Ve lo immaginate voi, clienti, che all’ingresso venite dotati di maschere antigas e indottrinati sul piano di emergenza.
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