Con la precedente normativa era previsto per la falsa testimonianza l’arresto in aula e anche il processo per direttissima. Ora l’azione deve essere promossa innanzitutto dal Pubblico Ministero, o per trasmissione dalla Corte, o anche dalle parti civili.
L’udienza odierna alla teste Cataruzza, in una interminabile sequenza di “non ricordo” è culminata nelle contestazioni a lei rivolte direttamente dalla Presidente della Corte d’Assise: lei, Cataruzza, ha scritto di suo pugno come manipolare i dati e le informazioni agli Enti pubblici. La teste ha avuto l’oltraggio di rispondere: “non ricordo”. La mossa degli abili avvocati Solvay e Ausimont è stata, come commentavamo per l’udienza precedente, di aver convinto la Cataruzza a trasformarsi da teste scomodo in coimputato che può negare gli scottanti interrogatori a suo tempo confessati e trincerarsi negli odierni “non ricordo” (sarebbe stato più dignitoso avvalersi della facoltà di non rispondere). Ebbene, non concordiamo anche questa volta con la decisione della Corte di aver consentito l’inutilizzabilità degli atti riguardanti questo testimone chiave, ma a questo punto quanto meno diventi imputata, come si merita, come ha scelto di essere.
Lino Balza Medicina democratica sezione provinciale di Alessandria
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