Il prof Angelo Levis (già ordinario di Mutagenesi presso l’Università di Padova e membro del Comitato Scientifico di ISDE) – è uno dei maggiori esperti sul tema, dibattuto e complesso, dei rischi connessi all’utilizzo di cellulari e cordless.
A pochi giorni dalla comparsa, sul sito dell’ International Journal of Epidemiology, dei dati più recenti dell’Interphone Study Group (studio che ha avuto grande eco in quanto, guarda caso, co-finanziato dalle principali industrie di telefonia mobile), il prof Levis scrive:
I motivi alla base della discrepanza tra i dati positivi di Hardell sulla relazione tra uso di telefoni mobili (compresi i cordless) e aumento del rischio di tumori cerebrali e al nervo acustico e quelli “negativi” dell’Interphone (sugli utilizzatori solo di cellulari) dovrebbero essere definitivamente chiariti dall’esame degli ultimi recentissimi articoli pubblicati dai due gruppi. Hardell, come aveva già fatto negli ultimi anni , ha eseguito una nuova meta-analisi nella quale ha incluso, oltre ai suoi dati, anche quelli dell’Interphone: mentre i dati complessivi non evidenziano alcun aumento del rischio di tumore alla testa negli utilizzatori di telefoni mobili, restringendo la meta-analisi ai soggetti con almeno 10 anni di latenza (dall’inizio dell’uso dei telefoni mobili) e ai soli tumori ipsilaterali (cioè sviluppatisi sullo stesso lato della testa sul quale viene abitualmente appoggiato il telefono mobile, che è l’unico significativamente irradiato), si evidenzia un aumento (quasi un raddoppio) del rischio (OR) statisticamente significativo (in quanto l’intero intervallo del IC95% è superiore a 1) per i tumori maligni al cervello (gliomi: OR = 1,9; IC 95% = 1,4-2,4) e per i tumori benigni (neuromi) al nervo acustico (oltre il 50% in più: OR = 1,6; IC 95% =1,1-2,4), e un aumento, rispettivamente del 30 e del 70%, prossimo alla significatività, per i tumori cerebrali benigni (meningiomi: OR = 1,3; IC95% = 0,8-1,8) e per i tumori benigni e maligni alle ghiandole salivari (OR = 1,7; IC 95% = 0,96-2,9).
A pochi giorni dalla comparsa, sul sito dell’ International Journal of Epidemiology, dei dati più recenti dell’Interphone Study Group (studio che ha avuto grande eco in quanto, guarda caso, co-finanziato dalle principali industrie di telefonia mobile), il prof Levis scrive:
I motivi alla base della discrepanza tra i dati positivi di Hardell sulla relazione tra uso di telefoni mobili (compresi i cordless) e aumento del rischio di tumori cerebrali e al nervo acustico e quelli “negativi” dell’Interphone (sugli utilizzatori solo di cellulari) dovrebbero essere definitivamente chiariti dall’esame degli ultimi recentissimi articoli pubblicati dai due gruppi. Hardell, come aveva già fatto negli ultimi anni , ha eseguito una nuova meta-analisi nella quale ha incluso, oltre ai suoi dati, anche quelli dell’Interphone: mentre i dati complessivi non evidenziano alcun aumento del rischio di tumore alla testa negli utilizzatori di telefoni mobili, restringendo la meta-analisi ai soggetti con almeno 10 anni di latenza (dall’inizio dell’uso dei telefoni mobili) e ai soli tumori ipsilaterali (cioè sviluppatisi sullo stesso lato della testa sul quale viene abitualmente appoggiato il telefono mobile, che è l’unico significativamente irradiato), si evidenzia un aumento (quasi un raddoppio) del rischio (OR) statisticamente significativo (in quanto l’intero intervallo del IC95% è superiore a 1) per i tumori maligni al cervello (gliomi: OR = 1,9; IC 95% = 1,4-2,4) e per i tumori benigni (neuromi) al nervo acustico (oltre il 50% in più: OR = 1,6; IC 95% =1,1-2,4), e un aumento, rispettivamente del 30 e del 70%, prossimo alla significatività, per i tumori cerebrali benigni (meningiomi: OR = 1,3; IC95% = 0,8-1,8) e per i tumori benigni e maligni alle ghiandole salivari (OR = 1,7; IC 95% = 0,96-2,9).