Il PFOA non è Mai Stato Controllato

Estense.com: Il Pfoa non è mai stato controllato
La notizia c’è ed è importante. Riguarda la salute pubblica. L’ha fornita mercoledì il direttore dell’ATO Ivan Graldi, convocato d’urgenza dal sindaco nella conferenza dei capigruppo, a seguito della posizione contraria, del capogruppo di Progetto per Ferrara Valentino Tavolazzi, a portare l’approfondimento sul PFOA al 12 di aprile, come proposto dal Presidente del Consiglio.

L’ing. Graldi ha detto ciò che temevamo: il PFOA non viene monitorato da Hera, non ci sono analisi che dimostrino inconfutabilmente la sua assenza nell’acqua potabile. L’Ato ha di recente chiesto ad Hera di organizzare almeno una analisi mensile, dopo aver messo a punto le metodiche necessarie.

Dunque il problema esiste, è serio e l’inquinante verrà sottoposto a monitoraggio.

Il direttore dell’Ato ha dichiarato che l’impianto a carboni attivi abbatte quasi completamente il PFOA, oltre ad inquinanti simili. Tuttavia non dispone di analisi che lo dimostrino scientificamente. Perché non si sono fatti controlli nei mesi scorsi?

Da tempo è nota l’informazione che il PFOA è scaricato a Spinetta Marengo (Alessandria) dalla Solvay, società già sotto processo per lo scandalo del cromo esavalente, cancerogeno, e che dalla Bormida il PFOA passa nel Tanaro e infine nel Po. Dunque per Ferrara la presenza di PFOA nel Po non è un problema di presenza generale dell’inquinante nelle acque dei fiumi, ma ha una sua specificità ed urgenza derivante dallo scarico della Solvay. E’ falso che l’inquinante sia “nuovo”. Chi doveva attivarsi, Hera, Ato, Asl, Comune?

E’ vero che l’Italia colpevolmente non ha fissato limiti di legge per l’inquinante, soprattutto per l’acqua potabile, ma è nota e dimostrata scientificamente l’estrema pericolosità per la salute del PFOA (acido perfluorottanoico, tossico, mutageno, cancerogeno, teratogeno, se respirato o bevuto o mangiato col pesce e nella catena alimentare). E’ noto altresì che gli Usa ed alcuni stati europei (Germania, Gran Bretagna) lo hanno normato da tempo.

Perché a Ferrara, particolarmente interessata al problema essendo servita dal più grande impianto di potabilizzazione dell’acqua del Po, domande semplici sono rimaste senza risposta fino all’odierna rivelazione dell’Ato che il PFOA non è monitorato? Non siamo per nulla tranquillizzati dalle dichiarazioni dell’Ato. Vogliamo sapere se il Pfoa è presente nell’acqua potabile e in quali concentrazioni!

Abbiamo chiesto al sindaco e all’Ato di disporre immediate analisi allo scopo di escludere la presenza dell’inquinante nell’acqua potabile. L’ing. Graldi ha assicurato la massima rapidità, coinvolgendo anche il Cadfc che ha lo stesso problema. Alex De Anna, presidente della commissione controllo dei servizi pubblici ha dato immediata disponibilità ad approfondire la situazione.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf

Nessuna Risposta e Rischio di Oscuramento del Pfoa

Estense.com: “Nessuna risposta e rischio di oscuramento del Pfoa”
Il direttore dell’Ato ing. Graldi assicura che i filtri a carbone attivo abbattono quasi completamente il Pfoa nell’acqua potabile. Tuttavia egli non dichiara i valori di concentrazione residua dell’inquinante, dopo il processo di potabilizzazione, nè quando e quante analisi siano state effettuate nei mesi ed anni scorsi, neppure da quale ente. Come fa ad essere così certo dell’assenza dell’inquinante nell’acqua potabile? Gli chiediamo di mettere a disposizione i certificati.
Siamo orgogliosi che il laboratorio di Pontelagoscuro sia destinato a diventare un’eccellenza in Europa per questo tipo di controlli. Ma è un’ipotesi futura. Oggi ci interessa sapere se siano stati fatti i controlli di Pfoa nell’acqua potabile. Non siamo per nulla tranquillizzati dalle dichiarazioni dell’Ato. Vogliamo sapere se il Pfoa nell’acqua potabile sia mai stato misurato da Hera o dall’Asl, quando e quali valori siano stati riscontrati. Sono domande semplici rimaste senza risposta!

La vicenda Pfoa soffre anche di un principio di oscuramento da parte di un importante quotidiano locale e ci domandiamo perché! Da diversi giorni inviamo ai media comunicati tanto preoccupati quanto documentati. “Il Pfoa è una sostanza che permane nell’organismo per molti anni e per questo anche piccole esposizioni possono risultare dannose” ha dichiarato a Italiasalute.it Riccardo Crebelli, tossicologo dell’Istituto Superiore di Sanità.
L’Epa, l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente, ha deciso di eliminare il Pfoa dalla produzione di pentole entro il 2015.
Uno studio condotto da scienziati dell’Università di Exeter, nel Regno Unito, e pubblicato su Environmental Health Perspectives, ha messo in luce che la sostanza nel sangue potrebbe danneggiare il funzionamento della tiroide. I medici inglesi hanno analizzato circa 4000 persone, scoprendo che i soggetti con una concentrazione nel sangue di Pfoa superiore del 25 per cento rispetto agli altri, avevano oltre il doppio delle probabilità di sviluppare malattie della tiroide. Le donne presentavano un rischio ancora maggiore, perché più sensibili ai problemi della ghiandola endocrina.
In letteratura scientifica esistono mille fonti sulla vasta pericolosità della sostanza cancerogena.
Lunedì in consiglio comunale Ppf ha presentato un ordine del giorno urgente sul Pfoa, che poi ha ritirato a fronte della disponibilità del sindaco e della maggioranza di affrontare l’argomento nella conferenza dei capigruppo di domani ed in commissione sanità.
L’azienda sanitaria ferrarese non si esprime al riguardo. Anche Arpa ed Hera tacciono. Il sindaco, massimo garante per legge della salute pubblica, deve mettere a disposizione della cittadinanza tutte le informazioni disponibili in merito ai controlli effettuati fino ad oggi ed agire per tutelare al meglio la collettività per il futuro. Ci interessa poco sapere che in Italia non siano stati fissati limiti per il Pfoa. Non ci risulta infatti che i controlli siano vietati.

Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf