Operaio del petrolchimico ucciso dall’amianto.

Il tribunale di Brindisi ha riconosciuto un risarcimento danni pari a 200mila euro agli eredi di un operaio morto  a causa di un carcinoma polmonare e di asbestosi, che per più di 20 anni ha lavorato a contatto con le polveri di amianto, all’interno del petrolchimico di Brindisi. La sentenza emessa dal giudice del lavoro segna un nuovo e importante capitolo di una lunga vicenda giudiziaria già approdata nel 2012 a un primo giudizio che aveva accertato e dichiarato la responsabilità della società datrice per la malattia contratta dal lavoratore, riconoscendo il diritto dei ricorrenti al risarcimento di tutti i danni conseguiti.

S. O. S. Save Our Struggles Salvate le nostre lotte · · · — — — · · ·

Ci rendiamo conto del rischio che qualche puntata della nostra mailing list abbia potuto assumere una veste monografica, troppo incentrata sui PFAS, ma questo è l’effetto  dell’attualità sempre più crescente  della preoccupante situazione sanitaria e ambientale, insomma il bando della produzione (Solvay) e dell’utilizzo dei PFAS in tutti gli utilizzi attualmente rappresenta la maggiore battaglia ambientale nel Paese. Nel rinviare alla prossima Lista uno Speciale già pronto sui PFAS, ad un punto di svolta, paradossalmente potremmo essere proprio noi, che siamo stati i primi a condurre una più che ventennale battaglia per la messa al bando dei Pfas, essere proprio noi a farci ridurre in ombra da Solvay e soci,  ad oscurare i nostri strumenti di lotta. 

Infatti siamo vicini a dover interrompere l’invio settimanale  della mailing list ai 40mila utenti della  RETE ECOPACIFISTA – Movimenti di Lotta per la Salute l’Ambiente la Pace e la Nonviolenza, pur consapevoli che sia  uno strumento di comunicazione  e di lotta al servizio di migliaia di attivisti e simpatizzanti assai importante in un momento di pericoloso restringimento degli spazi di informazione e manifestazione.

Infatti, finora non è stato risolutivo l’S.O.S alla sottoscrizione per il rinnovo dell’abbonamento della mailing list. Potrebbe essere l’ultima chiamata di soccorso: bonifico tramite IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 specificando la causale oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.

S. O. S.    Save Our Struggles   Salvate le nostre lotte · · · — — — · · ·

Il metanodotto SNAM distrugge in Italia.

Un anno e mezzo fa ha comprato una casa con due ettari di terreno a Cesena, investendo i risparmi di una vita. Ha piantato circa 600 alberi e ha accolto oltre 80 animali, sognando che il terreno possa diventare un rifugio per loro e un posto che accolga bambini, adulti, anziani. In piena alluvione le è arrivata una raccomandata da parte di Snam – società di infrastrutture energetiche – che le comunica che il suo amato terreno verrà espropriato per anni per farci passare il metanodotto linea adriatica. Nel frattempo, tutto ciò che c’è sopra sarà distrutto. Snam ha proposto a Marta 4mila euro di risarcimento e le restituiranno i campi devastati, non potrà più usarli per i suoi progetti perché la servitù di passaggio a vita su quei terreni implica che Snam, ogni volta che dovrà fare dei lavori tornerà a scavare e distruggere ogni cosa.
Marta non ci sta e chiede almeno una deviazione del metanodotto, le dai una mano firmando la sua petizione? Clicca qui.

Anti israeliano cioè anti semita?

Alessandro Orsini, docente universitario, scrittore e opinionista per varie trasmissioni tv e giornali, già collaboratore dell’ambasciata di Israele,   è stato denunciato dal presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun,  per istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, con riferimento a una presunta “propaganda antisemita”. Essa consisterebbe in questi post sui social apertamente anti israeliani: “Lo sterminio di un popolo sarà sempre possibile fino a quando ci saranno persone come Netanyahu”; “Il governo Netanyahu è una delle dittature più brutali e razziste del mondo” (8 ottobre 2023); “Tra Netanyahu e Isis non esiste nessuna differenza. Entrambi massacrano i bambini di religione diversa (…)” (14 ottobre 2023); “Netanyahu è diventato ufficialmente il più grande massacratore di bambini innocenti dopo Hitler” (15 ottobre 2023); “Israele non è una democrazia. Nessuna democrazia include l’apartheid nel proprio sistema politico e il terrorismo di Stato” (19 ottobre 2023). Prima domanda: chi è contro Israele perché sarebbe antisemita (razzista anti ebraico)? Seconda domanda: perché i cittadini italiani di religione ebraica debbono sempre e comunque essere dalla parte di Israele?

Brigate Rosse infiltrate nelle università.

I movimenti studenteschi che protestano contro la guerra in Israele hanno legami con gli ex brigatisti rossi. E per di più si rischia di tornare alla violenza del terrorismo rosso (non quello nero, di matrice fascista) degli anni ‘70 e ‘80. Sono queste le tesi allarmanti sostenute in un documento riservato che l’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia ha inviato martedì sera ai vertici e dirigenti del partito per dare la linea sulle proteste nel mondo studentesco contro la guerra nella Striscia di Gaza. Si parte dagli esempi delle ultime manifestazioni che hanno impedito al giornalista David Parenzo e al direttore di Repubblica Maurizio Molinari di partecipare a incontri nelle università. E adesso ci si mettono anche i Senati accademici.

La prima volta.

La biblioteca di Sarajevo.

E’ passato un quarto di secolo da una guerra che, con l’Italia in prima fila, ha fatto segnare molti terribili primati: la prima combattuta fra nazioni europee dalla fine del conflitto mondiale; la prima volta che si procedeva a un’applicazione selettiva dei diritti; la prima volta che la «sinistra» (D’Alema Mattarella) andava a bombardare a casa d’altri. Le «operazioni aeree nella Repubblica federale di Jugoslavia» (secondo il comunicato ufficiale della Nato), sono avviate la sera del 24 marzo 1999. Decisivo il supporto dell’Italia che offre tutto, aerei, basi, propaganda. E pazienza per la Costituzione (non è vero Mattarella?) Nessun mandato da parte del Consiglio di sicurezza Onu. Clicca qui un ricordo.

Free Leonard Peltier.

Con l’avanzare dell’età le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre più precarie, occorre in questi mesi estendere ed intensificare l’impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra. Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di  buona volontà, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune. Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente, sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mondo vivente, sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la libertà del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verità e la giustizia, per la dignità umana, per il bene comune dell’umanità. Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier. Contro tutte le stragi e le uccisioni. Per la vita, la dignità e i diritti di ogni essere umano. Per il rispetto e la difesa dell’intero mondo vivente. Clicca qui.

Il complesso di colpa tedesco.

Una domanda a cui è difficile dare una risposta. Perché il “complesso di colpa” tedesco è così altamente selettivo, poiché non sembra comprendere altro che l’entità sionista? Nemmeno le popolazioni Herero e Nama, della Namibia, che La Germania ha quasi sterminato all’inizio del secolo scorso – tra il 50 e il 70% degli Herero e circa il 50% dei Nama. Per non parlare degli zingari o dei comunisti di massa assassinati. Per non parlare dell’Unione Sovietica, dato che la popolazione  fu di gran lunga la popolazione più danneggiata dal nazismo: perse tra i 27 e i 30 milioni di persone, di cui solo 8 o 9 milioni erano combattenti; 60 milioni furono mutilate, distrutti 32.000 imprese industriali, 65.000 chilometri di ferrovie, 1.710 città, 70.000 villaggi, 6 milioni di edifici, 40.000 ospedali, 84.000 scuole, 98.000 cooperative agricole, 1.876 fattorie statali, trasferiti in Germania 7 milioni di cavalli, 17 milioni di capi di bestiame, 20 milioni di maiali, 27 milioni di pecore e capre, 110 milioni di pollame, più del 25% della popolazione rimase senza casa.

Libertà per la Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi.

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l’abolizione della pena di morte. Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignità umana di tutti gli esseri umani. Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque. Cessi l’oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinchè a Narges Mohammadi sia restituita la libertà e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte. Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinchè a Narges Mohammadi sia restituita la libertà e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte. Chiediamo al Segretario Generale e all’Assemblea Generale dell’Onu di premere sul governo iraniano affinchè a Narges Mohammadi sia restituita la libertà e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo a tutte le persone di volontà buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignità umana, a tutti i mezzi d’informazione impegnati per la verità e la giustizia, d’impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.

“Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

L’Università di Torino blocca il bando di collaborazione con Israele.

<<Il Senato dell’Università ritiene non opportuna la partecipazione al bando del Ministero degli Affari Esteri (Maeci), visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza». Parziale vittoria per i collettivi studenteschi che hanno prima bloccato la riunione dei senatori e poi ottenuto un’assemblea pubblica per discutere la loro richiesta di boicottaggio di tutte le intese con le università israeliane. A votare lo stop al bando Maeci per la raccolta di progetti congiunti per l’anno 2024 è stata quasi la totalità dei senatori di Unito. Due gli astenuti e un unico «no». 

Fame e malattie sono la bomba più atroce a Gaza.

Condizioni igienico-sanitarie disastrose, blocco e inefficienza degli aiuti: a Gaza l’emergenza epidemica si somma ai bombardamenti: 342 i medici feriti o addirittura uccisi, 100 quelli arrestati o fermati, 106 le ambulanze distrutte o danneggiate, il 16% per cento dei bambini soffre di grave malnutrizione (ne sarebbero morti già dieci secondo UNICEF perché non mangiano e non bevono), 265.000 affetti da infezioni all’apparato respiratorio, 70.000 da malattie della pelle, 210.000 casi di diarrea, 80.000 i casi di epatite A. Gaza da campo di concentramento a celo aperto è diventato un campo di sterminio con i mezzi più atroci. Clicca qui.

Per l’Acqua, diritto negato, dobbiamo rimetterci in moto.

La Giornata mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite dal 1992, rischia di diventare (essere) solo una ricorrenza e non un appuntamento di lotta, mentre i tempi che attraversiamo  impongono  invece nuove sensibilizzazioni; pensiamo alle alluvioni e alla siccità, alla perpetuazione delle energie fossili,  a tacere dell’acqua utilizzata come strumento di guerra. Clicca qui il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

La guerra imposta o sostenuta da governi che la fanno fare agli altri.

Papa Francesco, unico tra i Grandi della Terra – ma anche tra molti dei tanti minuscoli che si pretendono Grandi – continua a chiedere e a ingiungere di negoziare, cioè di uscire dalla logica della guerra, dall’alternativa tra vittoria e resa. La bandiera bianca non significa resa, ma non sparate perché io non sparo. Cessiamo il fuoco! Ma negoziare non si può se non avvolgendo all’indietro il nastro del tempo, cercando onestamente di capire come si è arrivati a tutto questo. Vale per l’Ucraina come vale per Israele. Non c’è e non ci sarà nessuna vittoria per le vittime della guerra, che saranno sempre di più, da entrambe le parti, mano a mano che la guerra si protrae. E non c’è né ci sarà alcuna resa per quanti si adoperano per salvare le condizioni della propria sopravvivenza e di una vita decente. (continua

Gli artisti, studiosi, intellettuali non possono fare da spettatori bensì devono salire sul palco.

Gli artisti e le artiste, gli/le intellettuali, le associazioni culturali che firmano questa Lettera aperta (clicca qui), avvertono l’ineludibile bisogno di prendere posizione di fronte a quanto sta accadendo a Gaza e in tutta la Palestina, e di invitare alla mobilitazione, nelle forme e nei modi che decideremo insieme.

Ilva, il benzene viene di notte.

Un nuovo picco notturno del cancerogeno benzene è stato registrato oggi nel quartiere Tamburi di Taranto, nelle vicinanze dell’ILVA. Secondo i dati forniti dall’ARPA Puglia, il livello di benzene ha raggiunto un valore di 29.66 µg/m3 alle ore 01:00 del giorno 18 marzo 2024. Supera il REL acuto di 27 µg/m3 stabilito dall’OEHHA, mettendo in evidenza una minaccia per la salute pubblica nella zona interessata. PeaceLink sta monitorando attentamente la situazione e ha chiesto recentemente al Ministro dell’ambiente di adottare le misure necessarie per proteggere la salute dei residenti e per individuare e fermare l’impianto che sta provocando questi picchi.

Voci dalla Palestina.

Riceviamo dalla Palestina e pubblichiamo.

L’aiuto umanitario è uno strumento genocida nelle mani di Israele e degli USA

L’amore ai tempi del genocidio

I medici di Gaza hanno riferito alla BBC che le truppe israeliane li hanno picchiati e umiliati dopo i raid in ospedale

Ecco cosa dice in realtà per conto dell’ONU Pramilla Patten nel suo rapporto sulle violenze sessuali del 7 ottobre

Una nuova ondata di avamposti dei coloni sta terrorizzando e cacciando i palestinesi dalle loro terre

Sindrome di Down: gli stereotipi sono come un film horror!

Fanno paura e spesso traggono in inganno: così l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) lancia il tema e la trama dello spot promosso in vista dell’ormai imminente Giornata Mondiale della Sindrome di Down del 21 marzo, in linea con il tema della stessa (“End the Stereotypes”, ossia “Fine degli stereotipi”). Tra le altre iniziative che vedranno coinvolta l’Associazione, anche l’incontro online del 23 marzo “La sperimentazione farmacologica sulla sindrome di Down in Italia” (continua…)

Il nucleare pulito non esiste.

Incontro con Angelo Tartaglia, ingegnere nucleare e fisico, già professore di Fisica presso il Politecnico di Torino, membro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). (clicca qui) E’ autore di “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare”, nel quale spiega undici argomentazioni contro altrettanti falsi miti, a sottolineare perché il nucleare risulterebbe più dannoso e meno sicuro di molte altre fonti; smentisce il pensiero comune secondo cui il nucleare è pulito, come le teorie di chi sostiene che «è inutile opporsi quando i Paesi che ci circondano sono pieni di centrali”; risponde alle fake news: “è davvero minima la possibilità di incidenti? chi garantisce che questa fonte una volta a disposizione, non venga poi impiegata anche per interessi militari?” ecc.

L’incontro  di venerdì 22 marzo ore 21 ALLA CASA DI QUARTIERE DI ALESSANDRIA  Via VERONA N. 116 è organizzato da COMUNITÀ SAN BENEDETTO AL PORTO –  LABORATORIO ANARCHICO PERLANERA –  ASSOCIAZIONE VERSO IL KURDISTAN

Non perdetevi assolutamente questo servizio di “Presa Diretta” sui Pfas.

Quanti hanno seguito in questi venti anni il nostro Sito, ovvero i 40mila che ricevono la nostra mailing, non hanno appreso novità dalla puntata di Presa Diretta del 18 marzo su Rai 3, ma hanno senz’altro apprezzato il livello giornalistico e scientifico della trasmissione, la straordinaria capacità di analisi e di sintesi. Raccomandiamo assolutamente la visione di questa puntata di Presa Diretta (clicca qui) e siamo convinti che sarà accompagnata da una ulteriore puntata che si estenda al giacente disegno di legge per la messa al bando dei Pfas, che approfondisca i risvolti degli imminenti procedimenti giudiziari nonché le gravi  responsabilità che sono poste in rilievo sul nostro dossier “Pfas. Basta!”

Il Dossier è una piccola enciclopedia scientifica che, in oltre 600 pagine, racconta anche la storia in Italia delle lotte contro gli inquinatori Solvay e Miteni, dalle denunce degli scarichi in Bormida degli anni ’90 fino ai processi 2024 ad Alessandria e Vicenza. Una lunga storia di mobilitazioni anche contro connivenze, complicità, corruzioni, ignavie di Comune, Provincia, Regione, Governo, Asl, Arpa, Sindacati, Magistratura e Giornali.

La lunga storia dei PFAS (PFOA e C6O4 e ADV) nelle Regioni italiane è tratta in breve da stralci dei libri “Ambiente Delitto Perfetto” (Barbara Tartaglione – Lino Balza, prefazione di Giorgio Nebbia) e “L’avventurosa storia del giornalismo di Lino Balza”, nonché del Sito “Rete Ambientalista Movimenti di lotta per la salute, l’ambiente, la pace e la nonviolenza” gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro”. Il Dossier “Pfas. Basta!, è disponibile on line a chi ne fa richiesta.

S. O. S. Save Our Struggles Salvate le nostre lotte · · · — — — · · ·

Ormai l’abbonamento è in scadenza ma quest’anno la sottoscrizione  sta andando male. Dovremmo interrompere fin dalla prossima settimana l’invio  della mailing list ai 40mila utenti. Ci dispiace che tutto il nostro faticoso lavoro di volontariato vada in fumo, ma evidentemente stiamo sopravvalutando – mentre  gli spazi della libertà di informazione e manifestazione si stanno sempre più drammaticamente riducendo – il valore e l’utilità  di  questo scomodo (per loro)  strumento di comunicazione  e di lotta al servizio di migliaia di attivisti e simpatizzanti, quale è la RETE ECOPACIFISTA – Movimenti di Lotta per la Salute l’Ambiente la Pace e la Nonviolenza.

Forse non è stato recepito il nostro S.O.S. e perciò riproponiamo la chiamata di soccorso: esortando l’invio di bonifico tramite IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 specificando la causale oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it 

Pfas e Solvay: un buco nell’acqua senza un salto di qualità delle Associazioni. 

Su Pfas e Solvay le Associazioni ambientaliste, con gli studi legali appropriati, dovranno fare un salto in avanti. Lo dico per Movimento di lotta per la salute Maccacaro, e a Legambiente, WWF, Greenpeace, Medicina democratica, che negli anni ho direttamente o indirettamente rappresentato. Aggiungo soprattutto ISDE Medici per l’Ambiente, e quanti altri ci stanno ascoltando.

Le Associazioni non possono accontentarsi di esposti in Procura e di  costituirsi parti civili nel processo-bis di Alessandria contro Solvay. Troppo comodo e ininfluente  accodarsi ai PM (e affiancarsi  a chi, come il sindaco, semmai dovrebbe sedersi sul banco degli imputati). Troppo comodo e ininfluente  accontentarsi di una futuribile sentenza che non bloccherà le produzioni di Pfas a Spinetta Marengo, e neppure le altre ancor più  tossiche e cancerogene, di una minimale  sentenza  che comunque sarà ingiusta nei confronti delle Vittime: senza risarcimenti a  morti e ammalati. Più in là di tanto non va la giustizia penale. Mentre, senza campanilismi, invece le Associazioni possonoe devono, assolvere un ruolo più importante, su un piano fattuale ed etico. Dunque fare un salto di qualità, anzi un triplo salto in lungo.

Innanzitutto, usando le proprie innegabili risorse, nei confronti di Solvay devono con avvocati e medici legali  avviare azioni inibitorie e risarcitorie in sede civile: queste potrebbero determinare la fermata degli impianti inquinanti e l’avvio di monitoraggi di massa, ma senz’altro sono in grado di assicurare  i risarcimenti alle Vittime, morti e ammalati, con un minimo di equità.  Fare finalmente un po’ di Giustizia!  L’azione di “class action” è conosciuta e proficuamente praticata nel mondo: è tempo che in Italia sia Solvay la prima multinazionale chimica a pagare lo scotto (come incitava il Procuratore generale di Cassazione). Non dimentichiamo che Solvay, con le sue due unità di Spinetta e Bollate, è il principale imputato degli avvelenamenti di Pfas documentati da Greenpeace rispettivamente in Piemonte e in Lombardia.

A fronte del disastro ambientale e sanitario, Comitati e Associazioni hanno chiesto, con esaustivi manifesti, ma separatamente, la messa al bando dei Pfas. Ma né Comune e Regione, a livello locale, né Governo, a livello nazionale, hanno provveduto, nascondendosi dietro il dito di una “imminente” restrizione a livello europeo. Dunque, prima che i Pfas determino ulteriori decenni di Vittime, come per l’amianto, è fondamentale che le Associazioni riprendano con urgenza il disegno di legge (Crucioli) che giace in Parlamento e si unifichino in una unica campagna nazionale di messa la bando della produzione e dell’utilizzo dei Pfas, alla quale far aderire centinaia di migliaia di italiani: i nostri 40mila  della Rete Ambientalista sarebbero i primi ad associarsi, perfino con una sottoscrizione per la “class action”. 

Insomma, onestamente va detto: senza questo salto di qualità delle Associazioni sulla questione eco sanitaria “Pfas e Solvay”, si farebbe il solletico ad un colosso come Solvay e un danno irreversibile al Paese.

Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro

Pfas solo la punta dell’iceberg.

Ad Alessandria, con Greenpeace la preziosa collaborazione risale al lontano 1992, quando, con l’altrettanto giovane Ivan Novelli, ora presidente dell’associazione, organizzammo la scalata alle ciminiere del polo chimico di Spinetta Marengo avviando quella protesta che portò alla messa al bando mondiale  dei CFC (clorofluorocarburi) responsabili del buco dell’ozono, evitando così milioni di tumori della pelle e glaucomi.

Con lo stesso auspicio si è svolta la serata del 15 marzo 2024,  organizzata ad Alessandria da Greenpeace, inserita nell’attualità nazionale dell’allarme Pfas. Clicca qui la trascrizione dell’intervento di Lino Balza, che mette in guardia a considerare che i Pfas sono solo la punta dell’iceberg della catastrofe ambientale sanitaria ad opera di Solvay: appena la “punta dell’iceberg” della ventina di sostanze tossiche e cancerogene emesse da Solvay in suolo, acqua e soprattutto aria. 

La questura non voleva striscioni appesi.

Sette attivisti di Extinction Rebellion si erano calati dal tetto dell’Oval Lingotto, con corde e imbraghi, appendendo un grande striscione con scritto “Qui si finanzia guerra e crisi climatica”, per contestare l’Aerospace and Defence Meeting. In nove erano stati trattenuti in Questura, dove venivano prese loro le impronte digitali e fatte le foto segnaletiche, per essere poi rilasciati con denunce per sei capi di imputazione e quattro fogli di via, che li hanno costretti a lasciare la città entro 24 ore. Ora, dopo l’archiviazione delle denunce a gennaio, sono stati sospesi anche i fogli di via obbligatori comminati a quattro attivisti dal Questore di Torino.

Chiediamo di chiudere l’impianto.

Egr. Gilberto Pichetto Fratin ministro dell’Ambiente, 

Le scrivo per segnalare un preoccupante picco di benzene rilevato alle 2 di mattina di oggi 17 marzo nel quartiere Tamburi di Taranto: un valore di 61 microgrammi per metro cubo come media oraria, ben al di sopra del valore di soglia di 27 microgrammi a metro cubo adottato come riferimento dalla comunità scientifica e dallo stato della California. Nella nostra normativa purtroppo non vi sono valori di soglia per i picchi di benzene. Il benzene è una sostanza cancerogena certa, che può provocare leucemie e altri gravi problemi di salute. Non è la prima volta che si verifica un picco di benzene.. (continua cliccando qui)

Impianti eolici impattanti nell’appennino tosco-emiliano.

Da Italia Nostra sezioni Valmarecchia, Firenze e Forlì-Cesena, WWF Forlì – Cesena e Rimini, Cammini di Francesco in Toscana, Club Alpino Regione Toscana, Associazione D’là de Foss, Amici della Terra, L’Astrolabio, Atto Primo salute ambiente e cultura, Mountain Wilderness Italia, Associazione Chiocciola,  è stata inviata una lettera aperta ai presidenti delle regioni Toscana ed Emilia Romagna, rispettivamente Eugenio Giani e Stefano Bonaccini con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sui rischi connessi ad installazioni di impianti eolici estremamente impattanti sul fragile territorio appenninico del Montefeltro: clicca qui.

Insegnanti di sostegno, una giostra. Cambiano per il 60% degli alunni.

La “giostra-girandola-altalena”, ormai cronica, di docenti per il sostegno agli alunni e alle alunne con disabilità è gravissima: una situazione che determina di fatto l’impossibilità di assicurare agli allievi con disabilità quella continuità didattica che è un fattore determinante per favorirne il successo formativo.(continua…)

Tutto giace e tutto tace, di fronte alla drammatica realtà in cui versa il Collocamento Disabili italiano.

Sulla reale situazione del lavoro delle persone con disabilità disponiamo di un’accozzaglia di dati poco attendibili, contraddittori, la quasi totalità obsoleti, altri inaffidabili, e nell’insieme tutti inutili, perché non servono a valutare il quadro attuale e tanto meno a programmare politiche attive efficaci, per gestire al meglio il sistema di collocamento. Ma nessuno solleva il problema e tanto meno le Istituzioni preposte lo affrontano. (continua…)

Adelante, Cgil, con juicio, si puedes.

Avevamo, anche come iscritti,  stimolato più volte la CGIL (non solo di Alessandria) a occuparsi della catastrofe eco sanitaria della  Solvay di Spinetta Marengo. Esempio clicca qui con  lettera PEC  al segretario generale  della Camera del lavoro di Alessandria, Franco Armosino. L’invito pressante era di partecipare con Comitati e Associazioni alle azioni verso Solvay a tutela della salute e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini.

Finalmente, stante CISL e UIL sempre assenti, la CGIL annuncia che chiederà di costituirsi  parte civile nel prossimo processo-bis con l’ipotesi di reato di disastro ambientale colposo. Lo fa con molta prudenza: senza formulare precise accuse all’azienda ma specificando che rappresenterebbe “persone  potenzialmente esposte a inquinanti antichi e recenti”. “Potenzialmente”: l’inquinamento (dai dati Arpa) e le morti e le malattie (dalle indagini epidemiologiche) non sono, per Armosino, certezze ma… ipotesi. Come non avesse neppure in mano le cartelle delle analisi dei lavoratori.

Tant’è che la CGIL di Alessandria, a differenza della consorella di Vicenza (per Miteni), si è ben guardata finora da aprire vertenze Inail e giudiziarie Solvay per ottenere risarcimenti per le morti e le malattie dei lavoratori dello stabilimento chimico di  Spinetta Marengo. E non venga a raccontare che i risarcimenti verranno dal processo-bis: essendo anche esso circoscritto  al reato di disastro ambientale ed escludendo i danni alle Vittime. O che  “si apriranno benefici previdenziali”: bella consolazione.  

Inquinamento Genova.

L’inquinamento atmosferico, nella media annuale, a Genova diminuisce troppo lentamente: di questo passo NEANCHE NEL 2030 si potrà sperare di rientrare nei nuovi valori limite che stanno per essere adottati dall’Europa. Il PM10 dovrà essere ridotto DEL 7%, ma soprattutto gli OSSIDI D’AZOTO (NO2) DEL 34% ENTRO IL 2030. Si devono dunque raddoppiare gli sforzi per trasporti e riscaldamento elettrico e zero emissioni. Clicca qui Legambiente. 

S. O. S. Save Our Struggles Salvate le nostre lotte · · · — — — · · ·

Non ci sarà più bisogno che tentino di penetrare e impossessarsi del nostro Sito e della nostra Lista, come hanno tentato poco tempo fa, non ci sarà più bisogno che tentino di chiuderci, finiremo per chiuderci da soli se non riusciamo a racimolare  -anche quest’anno-  i soldi per coprire i costi dell’abbonamento scaduto che ci consente di spedire con  cadenza più che settimanale le 40.000 mail.  Anche quest’anno lanciamo la sottoscrizione per

sopravvivere come koala della (contro) informazione, per salvare  -mentre  gli spazi delle libertà di parola  e manifestazione  si stanno sempre più drammaticamente riducendo-  questo scomodo (per loro)  strumento di comunicazione  e di lotta al servizio di migliaia di attivisti e simpatizzanti, quale è la RETE ECOPACIFISTA – Movimenti di Lotta per la Salute l’Ambiente la Pace e la Nonviolenza.  **

Perciò lanciamo la chiamata di soccorso e l’invito a ciascuno di noi di contribuire inviando bonifico tramite IBAN IT68 T030 6910 4001 0000 0076 215 specificando la causale oppure tramite PayPal lubaja2003@yahoo.it.

**  Il Sito “Rete Ambientalista” (www.rete-ambientalista.it) è gestito dal “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccacaro” (movimentolotta.maccacaro@gmail.com). Ha esordito nel 2008 e, avendo progressivamente abbandonato la mera dimensione locale, è riuscito – sia col Sito che con la Lista – sempre più a sviluppare uno spazio aperto alle esperienze dei Movimenti italiani impegnati nelle lotte sul fronte della salvaguardia dell’ambiente, della tutela della salute, della difesa della pace e della nonviolenza. Fa testo il numero dei “post” informativi provenienti da tutta Italia e non solo: siamo quasi a quota 1.000 nell’anno, ognuno corredato da cospicua documentazione scientifica, tutti archiviati e indicizzati in 950 categorie. Per “Rete Ecopacifista” perciò intendiamo “Rete delle Reti”, perché ciascuno degli utenti (40mila come mailing list) a sua volta ha un proprio bacino più o meno vasto di corrispondenti, comprese Liste di portata nazionale. Perciò l’effetto di sinergia e amplificazione delle notizie è esponenziale, includendo anche il mondo politico nazionale ed europeo (e… inevitabilmente un “affezionato” numero di inquinatori e bellicisti). Dunque i numeri totali del target vanno ben oltre i nostri che pur al Sito contano circa 2milioni di accessi all’anno in ambito nazionale ed europeo, nonché 40mila con cadenza almeno settimanale (la nostra tiratura giornalistica!). Inoltre il gruppo e le pagine Facebook hanno oltre 7.000 membri, i canali Youtube sempre in via di sviluppo come anche Twitter. I nostri libri sono stampati a spese dell’autore: la loro sottoscrizione è interamente devoluta a Ricerca Cura Mesotelioma.

Non alza bandiera bianca chi fa la guerra con le vite altrui.

“Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore. Il più forte è chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca. La parola negoziare è coraggiosa. Non è una resa. Se vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, devi avere il coraggio di negoziare. Sì, hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia il mediatore. Nella guerra in Ucraina ce ne sono tanti. La Turchia, altri… E io sono qui… La guerra è una pazzia… C’è chi dice: è vero, ma dobbiamo difenderci. E poi ti accorgi che hanno la fabbrica degli aerei per bombardare gli altri. Difendersi no: distruggere… C’è sempre qualche situazione geografica o storica che provoca una guerra… Può essere una guerra che sembra giusta per motivi pratici. Ma dietro una guerra c’è l’industria delle armi che significa soldi. Guardiamo la storia, le guerre che abbiamo vissuto: tutte finiscono con l’accordo”. Possibilmente prima del  martirio di questo popolo.

Tre giornate di vigilanza ai due alberi di mimosa.

Ciao, abbiamo terminano ieri, venerdì 8 marzo, le tre giornate di vigilanza ai due alberi di mimosa di Via Cappuccina. Hanno partecipato oltre 20 volontari chiamati da Amico Albero per difendere una delle bellezze di Mestre e lanciare un messaggio a tutta la popolazione per collaborare a migliorare la nostra città.

E’ stato il decimo anno di questa iniziativa che, nei primi 7 ha comunque subìto alcune bravate notturne a cui da tre anni abbiamo rimediato con la vigilanza notturna (dalle 23 alle 7 di mattina) di un Guardia notturna regolarmente pagata con una colletta tra i volontari e altri sostenitori di Amico Albero. (continua a leggere Michele Boato).

Diritto al lavoro dei disabili.

Sono passati venticinque anni da quando fu approvata la Legge 68/99, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, ma ancora molto c’è da fare, innanzitutto dal punto di vista culturale, ma anche sulla stessa procedura oggi vigente (continua…).

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